L’anno che sta per entrare è bisestile, cioè conta 366 giorni per l’intercalazione di un giorno in più inserito nel mese di febbraio, che sarà di 29 giorni anziché 28. La credenza popolare vuole che l’anno bisesto sia un anno funesto (o molesto). Puntualmente, radio, televisioni, giornali ci ammanniscono oroscopi del giorno e dell’anno che verrà, per non parlare delle nefaste profezie, secondo le quali “l’Isis attaccherà Roma il prossimo 23 marzo″, “Ci sarà una guerra che porterà alla fine dell’Europa e nel 2043 il Califfato avrà Roma come epicentro” e altre amenità simili discorrendo.
Il giorno di Capodanno, alla latitudine di Catania, il Sole sorge alle 7.08 e tramonta alle 16.59, culminando alle 12.03. Alla fine del mese, le giornate saranno più lunghe e le notti più corte. La nostra stella diurna, infatti, sorge alle ore 7e tramonta alle 17.27, raggiungendo la massima altezza in cielo alle 12.13. Sempre alla fine di gennaio, la durata delle ore di luce sarà 36 minuti in più rispetto all’inizio del mese: il Sole sorge 8 minuti prima e tramonta 28 minuti dopo. Sempre il Sole, il 20 passa dalla costellazione del Sagittario a quella del Capricorno. La Terra, il 3 gennaio, sarà alla minima distanza (perielio, pari a circa 147 milioni di chilometri) da esso. Nel 2016, il nostro pianeta raggiungerà il punto di massima distanza (afelio) il 4 luglio, l’equinozio di primavera avverrà il 20 marzo (a esso, è legato il calcolo della data della Pasqua: la domenicache segue il plenilunio dopo l’equinozio, che quest’anno cadranno rispettivamente domenica 27 e mercoledì 23), il solstizio estivo il 20 giugno, l’equinozio autunnale il 22 settembre e il solstizio invernale il 21 dicembre.
La Luna sarà all’ultimo quarto e all’apogeo (massima distanza dalla Terra, 404.251 km) il 2, nuova il 10, al perigeo (minima distanza da noi, a 369.737 km) il 15, al primo quarto il 17, piena il 24 e di nuovo all’apogeo il 30.
Rapida rassegna delle costellazioni di gennaio. Allo zenit, spicca la costellazione di Perseo, con accanto alla luminosa Capella della costellazione dell’Auriga, la sesta stella più luminosa del cielo notturno, la terza dell’emisfero boreale, dopo Arturo di Boote e Vega della Lira. Questa bella stella dista dal Sole 42,5 anni luce, appare a occhio nudo come una stella singola, ma in realtà è un sistema quadruplo costituito da due coppie di stelle binarie. Capella è nota sin dall’antichità e il suo nomederiva dal latino e significa “capretta”, la capra Amaltea che allattò Zeus sul monte Ida dell’isola di Creta. Volgendo lo sguardo prima verso l’orizzonte orientale sono riconoscibili il Leone, il Cancro e i Gemelli con Castore e Polluce, poi in direzione di quello meridionale vedremo brillarela stella arancione Aldebaran del Toro con le Pleiadi (‘a Puddara, di verghiana memoria) e la nebulosa del Granchio, che è ciò che resta dell’immane esplosione di una supernova avvistata nel 1054 in pieno giorno dagli antichi astronomi cinesi. Sempre nel cielo meridionale, campeggia il grande quadrilatero del gigante Orione, in compagnia di Sirio del Cane Maggiore e di Procione del Cane Minore, con ai vertici, che rappresentano le spalle e le ginocchia, troviamo in alto Betelgeuse e Bellatrix, in basso Rigel e Saiph. Le tre stelle obliquamente allineate (da sinistra a destra, Alnitak, Alnilam e Mintaka) rappresentano la cintura del grande cacciatore, da cui pende la cosiddetta “spada”, dove vi è la Nebulosa di Orione, che è una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno. Spostandoci verso nord-ovest, è possibile ammirare la galassia di Andromeda nell’omonima costellazione, una stella della quale forma il Grande Quadrato di Pegaso, il cavallo alato di Perseo, mentre a occidente tramontano l’Ariete ei Pesci. A Nord, le consuete costellazioni circumpolari con l’Orsa Maggiore, Cefeo e Cassiopea, con la Stella Polare del Piccolo Carro attorno alla quale esse ruotano.
In gennaio è visibile lo sciame meteorico delle Quadrantidi, il cui radiante si trova in un’area nei pressi della costellazione di Boote, ma il loro nome deriva da una costellazione che non esiste più, quella del Quadrante, che è stata cancellata dalle mappe celesti tra le costellazioni di Boote, del Dragone, dell’Orsa Maggiore e di Ercole. Esse hanno origine da un asteroide che potrebbe essere la cometa C/1490 Y1 osservata dagli astronomi cinesi, giapponesi e coreani 500 anni fa. Le Quadrantidi sono visibili solo un giorno (quest’anno che è bisestile capita il 4 gennaio) e sono una delle piogge meteoriche più intense dell’anno, addirittura superiori alle Perseidi di agosto (le famose “lacrime di San Lorenzo”).
I pianeti. Mercurio è visibile all’inizio della sera sull’orizzonte occidentale. Poi, nei giorni successivi, lo rivedremo dalla parte opposta, ma un’ora e mezza prima del Sole. Venere continua a dominare il cielo mattutino già tre ore prima che sia avviluppato dai bagliori solari. Marte è visibile nella seconda parte della notte a Sud-Est. Giove continua a sorgere sempre prima e, alla fine del mese, lo vedremo apparire sull’orizzonte orientale nelle prime ore della notte. Saturno è anch’esso osservabile prima del sorgere del Sole. Urano è sempre visibile di prima sera a Sud-Ovest. Nettuno, invece, è ormai molto basso sull’orizzonte occidentale e tramonta durante la sera. Plutone, infine, bisogna aspettare alcune settimane per vederlo riapparire al mattino.
Per finire, il 7 gennaio vale la pena lasciare il letto prima del sorgere del Sole per ammirare, a Sud-Est, un quartetto di astri formato dal falcetto della Luna calante, dai pianeti Saturno e Venere e dalla stella Antares, il cuore rosso dello Scorpione.
GIUSEPPE SPERLINGA