NEL CIELO DI MARZO, IL LEONE ANNUNCIA L’ARRIVO DELLA PRIMAVERA
Dopo un inverno… primaverile, con marzo arriva davvero la primavera, quella meteorologica (l‘1) e quella astronomica (il 20, giorno dell’equinozio). Il giorno equinoziale è caratterizzato dal fatto che la durata del dì sarà uguale a quella della notte. Per i Cristiani è una data importante ai fini del calcolo della data della Pasqua, che si celebra la prima domenica (27 marzo) successiva al plenilunio (23 marzo) che segue l’equinozio primaverile.
Il Sole si trova nella costellazione dell’Acquario fino al 12 marzo, poi passa in quella dei Pesci. Per gli astrologi, il nostro astro diurno si troverebbe già nei Pesci e il 20 transiterebbe nell’Ariete, perché pervicacemente si ostinano a non tenere conto dello slittamento di una casella zodiacale dovuto al moto millenario di precessione degli equinozi e della tredicesima costellazione zodiacale, Ofiuco. In altre parole, ammesso che lontanissimi corpi celesti possano in qualche modo esercitare influssi sulla sfera personale degli esseri umani, chi ha continuato a leggere il ciarpame astrologico ha finora letto l’oroscopo di un altro. Le giornate continuano ad allungarsi, perché il Sole sorge sempre prima e tramonta sempre dopo. Alla latitudine di Catania, l’1 sorge alle 6,29 e tramonta alle 17,56; il giorno dell’equinozio sorge alle 6.03 e tramonta alle 18,12; il 31 sorge alle 5,48 e tramonta alle 18,21. In pratica, alla fine del mese, la nostra stella diurna anticipa il suo sorgere di 41 minuti e ritarda il suo tramonto di 25 minuti, cioè tenendo conto degli incrementi mattutini e serali dovuti rispettivamente all’anticipo dell’alba e al ritardo del tramonto, le giornate si allungheranno di 66 minuti. La Luna sarà all’ultimo quarto il 2, nuova il 9, al primo quarto il 15, piena il 23 e di nuovo all’ultimo quarto il 31. Da domenica 27 marzo, sarà in vigore nel nostro Paese l’Ora Estiva (la cosiddetta “Ora Legale”), che corrisponde a un’ora in più rispetto all’Ora Solare (TMEC, Tempo Medio dell’Europa Centrale), ovvero due ore in più rispetto al Tempo Universale (TU).
Per ciò che riguarda la visibilità dei pianeti, si è dissolto il suggestivo allineamento dei cinque pianeti visibili a occhio nudo che, prima dell’alba, hanno dato spettacolo dallo scorso gennaio: l’elusivo Mercurio è, infatti, sparito sotto l’orizzonte nel cielo del mattino fagocitato dai bagliori solari (bisognerà aspettare la fine del mese per tentarne l’osservazione sull’orizzonte occidentale poco dopo il tramonto) e il gigantesco Giove che, in prima serata, domina ormai il cielo notturno a est, a sud nelle ore centrali della notte e a ovest prima del sorgere del Sole. L’8 marzo, il più grande pianeta del Sistema solare sarà all’opposizione e avrà così inizio il periodo di migliore osservabilità del pianeta, perché trovandosi alla minima distanza dalla Terra avrà la massima luminosità e il massimo diametro apparente per tutto l’anno. L’osservazione di Venere diventa di giorno in giorno sempre più difficile. All’inizio del mese, infatti, sorge un’ora prima del Sole, che si riduce ad appena mezz’ora alla fine di marzo. Ciò significa che il pianeta di Citera sarà sempre più basso sull’orizzonte orientale, rimanendo avviluppato dai bagliori nella luce dell’alba. Marte e Saturno continuano a essere visibili nella seconda parte della notte: il pianeta rosso e il pianeta degli anelli sono inizialmente visibili assai bassi sull’orizzonte sudoccidentale, per culminare a sud prima del sorgere del Sole. Urano è ormai molto basso sull’orizzonte occidentale e presto sarà impossibile rintracciarlo nella luce del crepuscolo. Nettuno ritorna visibile al telescopio nel cielo del mattino, ma essendo molto vicino al Sole e molto basso sull’orizzonte orientale sarà in pratica impossibile avvistarlo tra le luci dell’alba. Plutone, infine, rimane ancora basso sull’orizzonte orientale e presto sarà visibile a sud-est prima del sorgere del Sole. Prima di lasciare il Sistema solare, segnaliamo l’arrivo di un asteroide. Si tratta di un macigno spaziale di 30 metri di diametro che, il 5 marzo, sfiorerà la Terra. Le probabilità che possa entrare in collisione con la Terra sono di una su 250 milioni, vale a dire non corriamo alcun rischio che possa colpirci.
Le costellazioni invernali come Orione con la rossa Betelgeuse e l’azzurra Rigel e il Cane Maggiore con Sirio sono sempre più basse e continuano a spostarsi verso l’orizzonte occidentale, mentre dal lato opposto fanno la loro apparizioni la Vergine con la luminosa Spica e il Leone con Regolo e Denebola, che annunciano l’arrivo della primavera. Sempre nell’orizzonte orientale, è possibile riconoscere l’asterismo del “Triangolo primaverile” i cui vertici sono formati dalla gigante rossa Arturo di Bootes, da Spica (una stella bianco-azzurra otto volte più grande del Sole distante 275 anni luce da noi) e da Denebola. Proseguendo verso sud, lungo la fascia zodiacale, s’incontrano il Cancro e i Gemelli con Castore e Polluce, cui segue, a ovest, il Toro con la rossa Aldebaran e, più in alto, l’Auriga con Capella (che non è una stella singola, ma un sistema quadruplo di stelle formato da due giganti gialle e due nane rosse) e Perseo con la supergigante gialla Mirfak (in arabo, gomito) o Algenib (sempre dall’arabo, fianco). Nel cielo settentrionale, come sempre campeggiano le costellazioni circumpolari di Cassiopea riconoscibile per la sua forma a “W” e l’Orsa Maggiore, disposte ai lati opposti dell’Orsa Minore, con la prima molto bassa a nord-est e la seconda molto alta a nord-ovest.
GIUSEPPE SPERLINGA