Il quotidiano “La Sicilia” di giovedì 30 giugno 2016 pubblica a pag. 45 l’articolo a firma del presidente di Stelle e Ambiente, prof. Giuseppe Sperlinga, sul cielo di luglio nella consueta rubrica mensile dedicata alla divulgazione astronomica, ideata dall’indimenticabile giornalista-astrofilo Luigi Prestinenza, scomparso nel 2012, cofondatore tra l’altro dell’associazione “Stelle e Ambiente” di Catania di cui fu presidente dalla fondazione, avvenuta nel 2003, fino a un anno prima della sua dipartita. Qui di seguito, il testo dell’articolo per una lettura più chiara, con le punzecchiature contro le astruse credenze astrologiche.
NEL FIRMAMENTO ESTIVO DOMINA ANCORA SATURNO.
In luglio, le nottate dovrebbero (di questi tempi, il condizionale è d’obbligo) essere serene. Di sicuro continueranno ad allungarsi fino al prossimo solstizio invernale, giorno in cui raggiungeranno il massimo della loro durata. Alla latitudine di Catania, dall’inizio alla fine del mese, il dì si accorcia di 34 minuti. Il Sole, mercoledì 20, passa dalla costellazione dei Gemelli a quella del Cancro, con buona pace degli astrologi che con pervicacia continuano ad ammannire oroscopi con date sfalsate. Per loro, infatti, il nostro astro diurno transiterebbe dal Cancro al Leone! Il 4 luglio, il nostro pianeta raggiungerà l’afelio, il punto più distante dal Sole, sarà a 152.103.773 km. La Luna sarà nuova il 4, al primo quarto il 12, piena il 20 e all’ultimo quarto il 27.
A dominare il cielo notturno saranno ancora i tre pianeti Marte, Giove e, soprattutto, Saturno con il suo appariscente sistema di anelli planetari. E’ stato, infatti, uno spettacolo d’incomparabile bellezza osservare il vero Signore degli Anelli con i telescopi delle associazioni Stelle e Ambiente, comitato Cepes e astrofili belpassesi dal terrazzo superiore del maniero normanno di Aci Castello, lo scorso 26 giugno, in occasione dell’evento nazionale “Occhi su Saturno”. Ma, procediamo con ordine nel nostro excursus planetario. Mercurio é troppo vicino al Sole (il 7 sarà in congiunzione) perciò è inizialmente inosservabile. Il 16 si trova prospetticamente vicino al luminoso Venere, ma – ahinoi – i due pianeti sono così bassi sull’orizzonte occidentale che assai difficilmente riusciremo a distinguerli nella luce crepuscolare. Bisogna aspettare la fine del mese per rintracciare il minuscolo ed elusivo pianeta sempre a ovest, quando tramonta un’ora dopo il Sole, a patto che non vi siano ostacoli che ne impediscano la visuale. Venere ricompare nel cielo occidentale, ma è osservabile solo per una trentina di minuti dopo il tramonto del Sole. Marte sarà sempre alto sull’orizzonte meridionale. Giove, invece, continua ad abbassarsi sempre più sull’orizzonte occidentale e, ovviamente, si riduce il tempo a disposizione per osservarlo. Saturno, come già detto, è facile da individuare e si presta a essere osservato per buona parte della notte. Urano fa la sua apparizione a oriente nelle ore centrali della notte ed è abbastanza alto sull’orizzonte sud-orientale. Nettuno sorge a tarda sera ed è anch’esso osservabile al telescopio (come Urano) per tutta la notte nel cielo meridionale. Pur essendo stato declassato al rango di pianeta nano, spendiamo qualche parola pure su Plutone, che con l’ausilio di un buon telescopio, dopo l’opposizione del 7 luglio, è osservabile per l’intera notte prima nel cielo sud-orientale, poi in quello meridionale e, infine, in quello sud-occidentale prima del sorgere del Sole. Tra le congiunzioni, si segnalano anzitutto quelle della Luna con i tre pianeti che continuano a dominare la scena celeste: il 9 con il gigantesco Giove, nel cielo occidentale; il 14, con il rosso Marte e, dopo, con Saturno.
Il cielo estivo offre molte occasioni per imparare a riconoscere a occhio nudo le costellazioni, che non sono entità fisiche, ma aggruppamenti arbitrari di stelle situate a distanze diverse tra esse e da noi, elaborati dall’uomo per potersi orientare nella volta celeste e che non hanno alcunché da spartire con le elucubrazioni irrazionali degli astrologi, secondo i quali tali insiemi di astri eserciterebbero presunti influssi sulla vita quotidiana, gli amori, la salute, il lavoro degli esseri umani. Cominciamo da oriente, dove sarà facile individuare tre luminose stelle, dalla cui ideale unione danno origine all’asterismo del “Triangolo Estivo”: si tratta di Vega della Lira, Altair dell’Aquila e Deneb del Cigno. Nella mitologia classica, la Lira è lo strumento musicale con il quale Orfeo suonava melodie di struggente malinconia dopo la morte della sua adorata moglie, la ninfa Euridice. L’Aquila porta tra gli artigli i fulmini a Zeus, ma è pure il rapace che dilania col suo becco adunco il fegato di Prometeo, reo di aver osato scalare l’Olimpo per rubare il fuoco degli Dei. Deneb, infine, in arabo vuol dire “coda”, cioè la coda del bellissimo cigno in cui si tramutò Zeus per sedurre Leda, dalla cui unione nacquero i gemelli Castore e Polluce, Clitennestra ed Elena, il cui rapimento da parte del troiano Paride fu la causa della guerra tra Greci e Troiani. Particolare interessante: Deneb è una supergigante azzurra ed è la stella più lontana visibile a occhio nudo, distante da noi oltre 1.600 anni luce (un anno luce equivale a circa nove trilioni e mezzo di chilometri) e la cui luce che riceviamo in questo momento è stata emessa 16 secoli fa, poco prima del crollo dell’Impero Romano. Queste le distanze delle stelle degli altri due vertici del Triangolo estivo: Altair appena 16 anni luce e Vega poco meno di 27. Continuando a scrutare il cielo verso l’orizzonte meridionale, spostando lo sguardo da ovest verso est, s’incontrano le costellazioni zodiacali del Leone, della Vergine, della Bilancia dell’inconfondibile Scorpione, il cui cuore è la rossa Antares, che rivaleggia con Ares (Marte) per la colorazione rossastra. E, ancora, verso sud-est, vi sono il Sagittario e l’Ofiuco, che è la tredicesima costellazione zodiacale “dimenticata” negli oroscopi, ma che il Sole attraversa dal 30 novembre al 17 dicembre. Alzando lo sguardo verso l’alto, brilla la luminosa stella Arturo del Bovaro, la costellazione dalla caratteristica forma ad aquilone. Più in alto e a sinistra, spicca la costellazione di Ercole. Terminiamo il nostro tour tra le stelle con le costellazioni circumpolari del cielo settentrionale con l’Orsa Maggiore a sinistra e Cassiopea a destra dell’Orsa Minore con la Polare.
GIUSEPPE SPERLINGA