Su “La Sicilia” di oggi, 4 novembre 2016, a pag. 41, la consueta rubrica mensile sul cielo del mese, ideata oltre mezzo secolo fa dal compianto giornalista-astrofilo Luigi Prestinenza e curata da chi scrive dopo la sua scomparsa avvenuta il 4 settembre 2012.
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Sera dopo sera, l’aspetto del cielo è in lento ma incessante divenire. Lo scenario celeste, infatti, muta piano piano sopra le nostre teste con un movimento quasi impercettibile che va da oriente a occidente dovuto al moto opposto che il nostro pianeta compie attorno al Sole. A ponente, nel cielo di novembre, sono scomparse o stanno per tramontare le costellazioni che hanno dominato la scena durante i mesi estivi (il Cigno, però, è ancora abbastanza alto in cielo, facilmente riconoscibile per la sua forma a croce) per lasciare il posto a quelle che caratterizzeranno i freddi cieli invernali, le quali hanno già fatto capolino a levante. Sono, infatti, già apparsi l’Auriga con la sua brillantissima stella Capella (Amaltea, la capra che allattò Zeus sul monte Ida a Creta) e il Toro che, con i celeberrimi ammassi aperti delle Pleiadi e delle Iadi (le sorelle celesti figlie di Atlante e Pleione) e la rossa Aldebaran, preannuncia l’arrivo del mitico cacciatore accompagnato dai suoi due fedeli cani Sirio (la stella più luminosa del cielo notturno) e Procione: Orione, che a inizio del mese sarà visibile dopo la mezzanotte, prima delle 23 alla fine di novembre. L’orizzonte meridionale è, invece, assai povero di stelle brillanti, si vedranno transitare costellazioni ampie ma spente, come l’Ariete, i Pesci e la Balena. In quest’ultima costellazione, si trova Mira Ceti, la prima stella variabile pulsante a essere scoperta, distante 409 anni luce da noi. Mira in latino significa “meravigliosa”, come la chiamò Johannes Hevelius nel suo lavoro “Historiola Mirae Stellae” del 1662. Appena fa buio, volgendo lo sguardo a nord, ecco apparire le spettacolari costellazioni circumpolari, che sono quelle che non sorgono e non tramontano mai, perché ruotano attorno al comune baricentro, la Stella Polare, l’unico astro immobile della volta celeste per noi dell’emisfero boreale: il Gran Carro dell’Orsa Maggiore, che dopo aver raggiunto la minima altezza sull’orizzonte torna a lentamente a salire, mentre dalla parte opposta il cielo è dominato dall’inconfondibile “W” di Cassiopea. Tra la bella e vanitosa regina d’Etiopia si trovano le costellazioni di Cefeo (spostato a ovest) e, verso est, di Perseo con il celeberrimo Doppio Ammasso “Xi e Chi Persei” formato da una coppia di ammassi aperti molto luminosi, distanti l’uno 7.200 e l’altro 7.500 anni luce dalla Terra, da osservare con un binocolo che offre una visione a largo campo. Esso fu scoperto da Ipparco, nel 130 a.C., il quale è vero che osservava il cielo a occhio nudo, ma è altrettanto vero che, all’epoca, i cieli notturni non erano schiariti dall’inquinamento luminoso di oggi. Nelle vicinanze del Perseo, spicca la costellazione di Andromeda con la famosa galassia spirale omonima (M31, trentunesimo oggetto del catalogo stilato, nel 1774, dall’astronomo francese Charles Messier), distante da noi 2,5 milioni di anni luce, ma visibile anche a occhio nudo. Ancora più a ovest, domina la scena celeste l’asterismo del Quadrato di Pegaso formato dalla particolare disposizione a formare un quadrilatero di quattro stelle di seconda magnitudine della omonima costellazione e una appartenente alla vicina Andromeda: dominerà i cieli autunnali e quelli della prima parte dell’inverno.
Il Sole alla latitudine di Catania, l’1 sorge alle 6,21 e tramonta alle 17,05, mentre il 30 sorge alle 6,49 e tramonta alle 16,48: alla fine del mese le giornate si accorceranno di 45 minuti. Il 23, la nostra stella diurna passa dalla costellazione della Bilancia a quella dello Scorpione, dove rimane soltanto 6 giorni. Il 30, infatti, entra nell’Ofiuco, la cosiddetta “13a costellazione zodiacale”, dove rimarrà per 18 giorni. Coloro i quali sono nati nel periodo che va dal 30 novembre al 17 dicembre continueranno a leggere l’oroscopo del Sagittario, cioè quello di un altro, sempre ammesso che astri così lontani tra essi e da noi possano davvero esercitare influssi su ciò che riguarda la salute, i sentimenti, le amicizie, il lavoro, la famiglia e via dicendo. La Luna sarà al primo quarto il 7, plenilunio il 14 (sarà pure una Superluna, perché il nostro satellite naturale quel giorno si troverà al perigeo, cioè alla minima distanza dalla Terra, motivo per cui ci apparirà leggermente più grande), all’ultimo quarto il 21, novilunio il 29. Per finire, la consueta rassegna dei pianeti. Il minuscolo ed elusivo Mercurio, alla fine del mese, torna a essere osservabile di prima sera sull’orizzonte occidentale, dove tramonta un’ora dopo il Sole. Venere sarà “Vespero”, ossia l’astro più luminoso del cielo occidentale dalle prime ore della sera fino a un paio d’ore (che diventano tre a fine mese) dopo il tramonto. Marte è ancora osservabile nel cielo occidentale, ma solo nelle prime ore della sera. Giove, invece, domina il cielo sud-orientale prima che sorga il Sole. Saturno si trova ancora sull’orizzonte sud-occidentale, con Venere alla sua destra. Urano è possibile rintracciarlo a Sud. Per finire, Nettuno è osservabile nelle prime ore della sera a Sud-Ovest.
GIUSEPPE SPERLINGA