ECLISSI TOTALE DI SOLE EVENTO ASTRONOMICO DELL’ANNO
Prima di scoprire cosa ci riserveranno le lunghe, fredde notti di gennaio, anticipiamo che il nuovo anno ci porterà la grande eclisse totale di Sole del 21 agosto. Quel giorno, il “sole nero” attraverserà tutti gli Stati Uniti d’America dall’Oregon alla Carolina del Sud e sarà la prima eclissi totale nordamericana del XXI secolo. Sarà l’evento astronomico dell’anno che mobiliterà un numero enorme di persone da ogni parte del mondo che non vorranno perdersi lo spettacolo celeste, sicuramente sarà una delle eclissi più seguite, osservate e fotografate della storia per la grande concentrazione di postazioni osservative che saranno allestite lungo una striscia sì lunghissima, ma assai stretta. La fascia delle totalità, infatti, si estenderà per migliaia di chilometri (in buona parte attraverserà gli oceani Atlantico e Pacifico), ma la sua larghezza è mediamente di appena 108 km. Intanto, è già l’eclisse più “social”, perché da diversi mesi sono in rete siti e pagine sui social network che forniscono anticipazioni e consigli per osservare il fenomeno. Non ci vuole molta fantasia per immaginare la quantità di foto del “sole nero” che saranno condivise quel giorno e in nei giorni seguenti. In Europa, l’eclissi si potrà osservare soltanto dall’Islanda, Scozia e Irlanda, mentre nel resto del Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Spagna e Portogallo dovranno accontentarsi di vedere lo spettacolo celeste in parte, perché il tramonto avverrà prima della fine dell’eclisse.
Vediamo cosa ci riserva il cielo di gennaio. A dominare la volta celeste, verso sud, sarà ancora l’imponente quadrilatero di stelle che formano la costellazione di Orione, il grande cacciatore accompagnato dai suoi due fedeli cani, Procione e Sirio, che è la stella più luminosa del firmamento. Al centro, le tre stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka che formano la cintura, dalla quale pende la spada con la grande nebulosa M42, visibile con l’uso di un binocolo. Nelle prime ore della sera, volgendo lo sguardo a oriente vedremo sorgere le costellazioni zodiacali del Cancro e del Leone, mentre dalla parte opposta, a ovest, si avviano al tramonto la piccola costellazione dell’Ariete e quella molto più estesa e poco appariscente dei Pesci, la quale si può individuare prendendo come riferimento l’asterismo del Grande Quadrato di Pegaso, una stella del quale appartiene alla costellazione di Andromeda con l’omonima galassia M31. Spostando lo sguardo verso lo Zenit, vedremo spiccare le costellazioni di Perseo, i Gemelli Castore e Polluce e il caratteristico pentagono dell’Auriga con la luminosa Capella, la capretta Amaltea che allattò Zeus. La nostra carrellata celeste si conclude rivolgendo lo sguardo verso Nord: attorno alla Stella Polare nell’Orsa Minore, riconosciamo procedendo in senso antiorario rispetto alla Stella Polare del Piccolo Carro dell’Orsa Minore incontriamo la doppia “W” di Cassiopea e, accanto, il suo sposo celeste Cefeo, il Dragone, l’Orsa Maggiore e la Giraffa.
Il Sole si trova nella costellazione del Sagittario fino al 19 gennaio, quando passa nella costellazione del Capricorno. In questi giorni, però, gli astrologi dicono che la nostra stella diurna si troverebbe già nel Capricorno sin dal 22 dicembre e passerebbe nell’Aquario il 21 gennaio, continuando così ad ammannire oroscopi e l’aspetto di un cielo fossile di oltre duemila anni attraverso tutti i mezzi comunicazione oggi disponibili, i quali dedicano spazi e tempi esagerati a una pseudoscienza diseducativa e inattendibile sul piano scientifico. Dopo il solstizio invernale, il dì torna ad allungarsi e, di conseguenza, le notti si accorciano fino ad avere la stessa durata nel giorno dell’equinozio primaverile, che quest’anno cade il 20 marzo. La Terra si troverà al perielio, cioè alla minima distanza dal Sole, pari a 147.101.035 km, il 4 gennaio. La Luna sarà al primo quarto il 5, plenilunio il 12, all’ultimo quarto il 19 e novilunio il 28.
I pianeti. Mercurio è visibile prima del sorgere del Sole e sarà possibile individuarlo a Sud-Est. Venere è l’oggetto più luminoso dopo la Luna, continuerà a essere “Vespero” sin dalle prime ore della sera (tramonta quattro ore dopo il Sole), ma sera dopo sera s’abbasserà sempre di più nel cielo occidentale, fino a non essere più visibile nelle ore serali e, dalla fine di marzo, diventerà “Lucifero”, cioè sarà visibile solo al mattino presto. Marte, dopo il tramonto, sarà osservabile insieme con Venere a Sud-Ovest. Giove, invece, è osservabile nella seconda parte della notte, culmina a Sud prima del sorgere del Sole e, verso la fine del mese, lo vedremo apparire sull’orizzonte orientale intorno alla mezzanotte
Saturno riappare al mattino, basso sull’orizzonte orientale. Per chi ama alzarsi prima del sorgere del Sole segnaliamo una bella congiunzione tripla formata da Mercurio, Saturno e, più alto e a Sud, Antares, la stella più luminosa dello Scorpione. Urano e Nettuno sono ancora visibili a Sud-Ovest nella prima parte della sera. Plutone, infine, è inosservabile, perché il 7 gennaio sarà in congiunzione con il Sole.
Buon anno e cieli sereni a tutti.
GIUSEPPE SPERLINGA

IL MITO DI ORIONE.
Orione era un bel giovane, alto, robusto e cacciatore come Artemide; suo padre era il re di Hirieo, una città della Beozia. Orione aveva avuto una vita burrascosa, ricca di imprese venatorie e di amori, il più noto dei quali quello con Eos, la dea dell’aurora, che arrossisce ogni giorno al ricordo dell’episodio; successivamente Orione divenne compagno di Artemide nella caccia, la dea però se ne innamorò e voleva a sposarlo a tutti i costi. La cosa non piacque ad Apollo, fratello di Artemide, che forse per gelosia non voleva che sua sorella sposasse un umile mortale solo per quella colossale corporatura. Cercò in tutti i modi di distogliere la sorella da quell’amore, e quando capì che non ci sarebbe riuscito pensò a qualche altro mezzo per impedire l’unione. Un giorno vide Orione che scendeva in mare per allenarsi nel nuoto, quando si allontanò al punto da diventare solo un puntolino nero all’orizzonte in quel momento arrivò Artemide; conversando con la sorella finse di mettere in dubbio la sua bravura con l’arco e sfidò Artemide: la dea prese una freccia e colpì il bersaglio, quel puntolino nero che Apollo aveva proposto. Quando la corrente marina portò a riva il corpo di Orione trafitto alla tempia con una freccia d’argento, Artemide pianse, pianse tanto dal dolore che nulla la poteva consolare; allora Zeus cambiò Orione in una costellazione.
Un’altra versione racconta invece che Artemide si sdegnò con Orione perché egli aveva inseguito le Pleiadi, di cui si era innamorato. La dea allora mandò contro Orione uno scorpione che lo punse a morte, per questo servizio reso ad Artemide lo scorpione fu tramutato in costellazione; stessa sorte toccò ad Orione e alle Pleiadi.
Per questa ragione quando sorge la costellazione dello Scorpione tramonta Orione e viceversa.
(Da “Passione Astronomia”)