SPICCA IL QUADRATO DI PEGASO NEL CIELO DI OTTOBRE 2017
Quello autunnale è un cielo di transizione: a occidente, le costellazioni estive sono sempre più basse e appena fa buio è possibile ancora rintracciare il Bifolco (Bootes) con la brillante stella Arturo, seguito da Ofiuco (il Serpentario), la tredicesima costellazione pervicacemente ignorata dagli astrologi, da Ercole, dal “Triangolo Estivo” (i cui vertici sono formati dalle stelle Altair dell’Aquila, Vega della Lira e Deneb del Cigno), dal Sagittario e, a Sud-Ovest, dal Capricorno e l’Acquario. Dalla parte opposta, nel cielo orientale, anch’esse ancora basse, fanno capolino le costellazioni invernali. In tarda serata, infatti, potremo scorgere prima il Toro con la stella supergigante arancione Aldebaran (l’occhio rosso del Toro) e poi i Gemelli con le luminose Castore e Polluce (i Dioscuri). Nella mitologia greca, il Toro è Zeus che rapisce Europa, la giovane figlia di Agenore e di Telefassa, mentre coglieva fiori nelle campagne sulle coste della Fenicia. Il padre degli Dei, comparsole sotto forma di un bianco toro, portò Europa sulla groppa per mare, fino a Creta, dove generò Minosse e Radamante.
Ma a dominare il cielo autunnale sarà l’asterismo del Quadrato di Pegaso (il cavallo alato nato dal terreno bagnato dal sangue di Medusa decapitata da Perseo), riconoscibile molto alto nel cielo, quasi allo zenit, vale a dire sopra le nostre teste. Il suo nome è dovuto alla disposizione di quattro stelle che formano un quadrilatero regolare e che gli astronomi arabi chiamarono Markab (sella del cavallo), Scheat (stinco), Algenib o Mirfak (gomito) e Sirrah o Alpheratz (ombelico del destriero), quest’ultima però appartenente alla vicina costellazione di Andromeda, all’interno della quale vi è l’omonima galassia, la più vicina alla nostra Via Lattea, dista da noi 2 milioni e mezzo di anni luce (un anno luce è pari a circa novemila miliardi e mezzo di chilometri), ha un diametro di 200 mila anni luce, contiene oltre 100 miliardi di stelle ed è visibile a occhio nudo. Nella stessa plaga di cielo sono visibili le inconfondibili costellazioni di Perseo riconoscibile per la forma a ipsilon rovesciata, la “W” di Cassiopea e Cefeo dalla forma a casetta, con la Balena (il mostro marino Cetus) che fa la sua apparizione a sud-est, personaggi che con Pegaso e Andromeda sono i protagonisti di una saga mitologica a lieto fine. Ecco la storia: la vanitosa Cassiopea, moglie di Cefeo, re d’Etiopia (l’attuale Libano), si vantava di essere più bella e affascinante delle Nereidi, le ninfe del mare, le quali, irritate dalla sfrontatezza della regina, chiesero al loro padre Poseidone di punirla. Il dio del mare mandò un mostro marino, la Balena, a flagellare le coste dell’Etiopia. Il povero re Cefeo era disperato e per far placare l’ira di Poseidone si rivolse all’Oracolo di Ammone, che gli ordinò di sacrificare al mostro sua figlia Andromeda. La povera fanciulla fu incatenata a uno scoglio, ma prima di essere sbranata dall’orrida creatura marina ecco che arriva Perseo in groppa al suo cavallo alato Pegaso e pietrifica il Cetus rivolgendogli la testa di Medusa che aveva ucciso precedentemente, libera Andromeda e la sposa. Spostando lo sguardo in direzione nord-orientale del cielo vedremo spiccare Capella della costellazione dell’Auriga dal caratteristico colore giallo-oro, che è la sesta stella più luminosa del cielo notturno e la terza più brillante dell’emisfero boreale dopo Arturo e Vega. Il cielo settentrionale è dominato dal Gran Carro dell’Orsa Maggiore, molto basso sull’orizzonte, e – fra questo e Cassiopea – dal Piccolo Carro dell’Orsa Minore con la Stella Polare.
Le giornate s’accorciano sempre di più. Alla latitudine di Catania, l’1 ottobre il Sole sorge alle 6.55 e tramonta alle 18.44 (ora legale), mentre il 31 ottobre, la nostra stella diurna sorge alle 6.20 e tramonta alle 17.07 (ora solare). Ricordiamo che nella notte tra il 28 e il 29 ottobre torna in vigore l’ora solare. La Luna sarà piena il 5, all’ultimo quarto il 12, nuova il 19 e al primo quarto il 28, serata in cui si celebra l’International Observe the Moon Night (InOMN), la Notte della Luna, una iniziativa promossa a livello mondiale per proporre osservazioni al telescopio dedicate alla Luna (in Italia organizzata dall’Inaf e dall’Uai).
I pianeti. Il piccolo Mercurio è inosservabile per tutto il mese. Il luminoso Venere brilla nel cielo mattutino a oriente, dove sorge due ore prima del Sole. Il rosso Marte, come Venere, è possibile osservarlo al mattino presto prima del sorgere del Sole. Il gigantesco Giove sarà in congiunzione con il Sole il 26 ottobre e per alcune settimane non sarà osservabile, più avanti lo rivedremo al mattino presto. Il vero Signore degli anelli, Saturno, è sempre più basso sull’orizzonte occidentale e, in questo periodo, è l’unico pianeta visibile a occhio nudo nel cielo serale. Urano sarà possibile osservarlo per tutta la notte: al tramonto del Sole appare sull’orizzonte orientale, culmina a Sud in piena notte e tramonta a ovest alle prime luci dell’alba. Nettuno, infine, è osservabile per gran parte della notte alto in cielo in direzione Sud-Est di prima sera, poi raggiunge la massima altezza a Sud durante la notte. Per approfondimenti si visiti il sito dell’Unione Astrofili Italiani www.uai.it.
GIUSEPPE SPERLINGA
