Stelle e Ambiente

Mese: dicembre 2017

PIOGGIA DI STELLE CADENTI NEL CIELO DI GENNAIO 2018

Rapido excursus del cielo di gennaio. Il Sole si trova proiettato nella costellazione del Sagittario fino al 20, quando passa in quella del Capricorno, con buona pace degli astrologi che ammanniscono sciocchezze ritenendolo già nel Capricorno e che dopo tale data transiterebbe nell’Acquario. Il 3, alle 7, la Terra si troverà al perielio, cioè alla minima distanza dal Sole, pari a 147.097.245 km. Come è fin troppo evidente, l’alternarsi delle stagioni non dipende dalla distanza del nostro pianeta dalla nostra stella diurna, ma dall’inclinazione dell’asse terrestre che si mantiene parallelo a sé stesso durante il moto di rivoluzione. La Luna sarà piena il 2, all’ultimo quarto l’8, novilunio il 17, al primo quarto il 24 e ancora piena il 31: cinque fasi nello stesso mese e, come già detto, con due pleniluni. I Consueto sguardo ai pianeti. Mercurio sarà visibile, all’alba del nuovo anno, sull’orizzonte Sud-Est, sorge un’ora e tre quarti prima del Sole e sarà abbastanza alto in cielo (circa 10°) prima di essere fagocitato dai bagliori solari. Col passare dei giorni, il minuscolo pianeta si abbasserà sempre di più e sarà inosservabile alla fine del mese. Venere sarà in congiunzione col Sole il 9 e, quindi, non sarà possibile scorgerlo fino alla fine del mese. Marte sarà visibile a Sud-Est prima del sorgere del Sole e il 7 sarà in congiunzione con Giove, la cui osservabilità è identica a quella del pianeta rosso. Saturno torna a essere visibile nel cielo del mattino, alla fine del mese, ma molto basso sull’orizzonte orientale, in compagnia di Marte e Giove. Urano è visibile a Sud-Ovest nelle prime ore della notte. Nettuno è possibile rintracciarlo basso sull’orizzonte occidentale poco dopo il tramonto del Sole.
Infine, le costellazioni. Nelle prime ore della notte, a oriente, sorgono il Cancro con il bellissimo ammasso aperto del Presepe o Mangiatoia (M44) e il Leone con la luminosa stella Regolo (Piccolo Re), cui seguiranno il Leone Minore e la Vergine. Dalla parte opposta, invece, tramontano l’Ariete, i Pesci, Andromeda e Pegaso. Nel cielo meridionale domina in tutto il suo splendore il quadrilatero della costellazione di Orione, ai cui vertici troviamo in alto Betelgeuse e Bellatrix, in basso Rigel e Saiph. Le tre stelle allineate che ne rappresentano la cintura sono, da sinistra a destra, Alnitak, Alnilam e Mintaka. Poco sotto la cintura pende la spada con la grande nebulosa M42. Individuare Orione consente il facile riconoscimento di tutte le altre costellazioni del periodo. Unendo, infatti, le tre stelle della Cintura del grande cacciatore (i “Tre Re” o “Tre Bastoni” di verghiana memoria ne “I Malavoglia”) e risalendo verso l’alto si incontrano prima la stella Aldebaran (l’occhio rosso del Toro) le Pleiadi (‘a Puddara, per dirla ancora con Verga: “… la stella della sera era già bella e lucente il pianeta Venere, ndr)… il Tre Bastoni era ancora verso l’Ognina colle gambe in aria, la Puddara luccicava dall’altra parte”) e poi i Gemelli, i Dioscuri Castore e Polluce. Scendendo, invece, verso il basso si incontra la stella Sirio, la più brillante del cielo e della costellazione del Cane Maggiore. Tra Sirio e i Gemelli brilla la stella Procione del Cane Minore. Altissime in cielo, quasi allo zenit, spiccano le costellazioni di Perseo e l’Auriga, facilmente riconoscibile per la sua forma a pentagono, con Capella (la “capretta” Amaltea, con il cui latte fu nutrito Zeus). Chiudiamo la nostra rassegna della volta celeste con uno sguardo verso Nord, dove individuata la Stella Polare nel Piccolo Carro dell’Orsa Minore è facile riconoscere, in senso antiorario, Cassiopea con l’inconfondibile forma a “W”, Cefeo, il Dragone e il Gran Carro dell’Orsa Maggiore.
GIUSEPPE SPERLINGA

 

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TUTTI GLI EVENTI ASTRONOMICI DEL 2018

Cosa ci riserverà il cielo nelle notti del 2018? L’anno nuovo si apre con uno straordinario spettacolo pirotecnico celeste. Nella notte tra il 3 e il 4 gennaio, una vera e propria pioggia di stelle cadenti ci terrà con gli occhi all’insù per ammirare le scie luminose delle Quadrantidi, uno sciame meteorico che, dopo la mezzanotte, sembra irradiarsi da un’area vicina alla costellazione di Bootes (nota pure come Bovaro o Bifolco). Il nome dello sciame deriva dall’antica costellazione del Quadrante Murale, oggi incorporata in quella di Bootes. La visione, pur ostacolata dal chiarore della Luna piena, non deluderà le attese: se le nuvole lo permetteranno si potranno avvistare gran parte delle 120 meteore all’ora che solcheranno il cielo e, per chi ci crede, esprimere un desiderio al loro passaggio. Nel corso dell’anno non mancheranno occasioni per godere di altre piogge cosmiche altrettanto spettacolari: le Liridi, il cui picco si avrà nella notte tra il 22 e il 23 aprile con una ventina di meteore orarie; le celeberrime Perseidi, meglio note come “lacrime di San Lorenzo”, il cui passaggio si avrà nella notte del 12-13 agosto (e non in quella del 10, come vuole la tradizione) con un centinaio di meteore all’ora (quest’anno la loro visione non sarà disturbata dalla Luna); lo sciame meteorico delle Orionidi nella notte tra il 21 e il 22 ottobre di 25 meteore orarie, ma con il disturbo della Luna quasi piena; le Geminidi, il cui picco avverrà nella notte tra il 13 e il 14 dicembre con 120 meteore orarie.
Altro suggestivo spettacolo celeste sono le eclissi. Purtroppo, dall’Italia quest’anno non sarà visibile alcuna eclisse di Sole. Dopo quella del 12 agosto 2026 (nelle zone ioniche l’oscuramento sarà soltanto del 40 per cento), dovremo pazientare fino al 2 agosto 2027 per vederne una alle nostre latitudini e sarà l’evento astronomico del millennio. L’eclisse sarà totale a Lampedusa, del 98% in Sicilia e interesserà tutto il Mediterraneo dopo aver attraversato l’oceano Atlantico, l’Egitto, l’Arabia Saudita e l’oceano Indiano fino all’Oceania, uno degli eventi più significativi degli ultimi secoli che terrà desta l’attenzione degli appassionati di ben 5 continenti (America, Europa, Africa, Asia e Oceania). In compenso avremo tante eclissi lunari che regaleranno uno spettacolo assai suggestivo, se non altro perché il fenomeno ha una maggiore durata temporale. La prima è attesa per il 31 gennaio, ma non sarà visibile dal nostro Paese. Sarà, invece, una eclissi lunare totale davvero eccezionale quella del 27 luglio, che s’inizierà alle 19.13 e si concluderà nel cuore della notte, alle 2.31, con l’inizio della totalità alle 21.30 per concludersi alle 23.14: vedremo il bianco disco lunare entrare lentamente nel cono d’ombra della Terra e diventare a poco a poco di un forte colore rosso acceso.
Ma pure i pianeti daranno spettacolo nel 2018. Il cielo di maggio sarà dominato dal pianeta gigante Giove, che sarà in opposizione rispetto alla Terra. In giugno toccherà al vero Signore degli anelli, Saturno, a essere in opposizione rispetto al nostro pianeta e, quindi, a essere il protagonista delle notti del mese del solstizio estivo. Nei mesi di luglio e agosto balzerà alla ribalta il pianeta rosso, Marte, perché dopo quindici anni tornerà al perigeo, vale a dire alla minima distanza dalla Terra, pari a 92.451.500 chilometri: pur basso sull’orizzonte, sarà molto luminoso e facile da individuare per la sua colorazione rossastra, un appuntamento celeste imperdibile. Nello stesso periodo, potremo assistenza a una vera e propria danza planetaria con l’allineamento di quattro pianeti. Dal tramonto, infatti, saranno visibili quattro pianeti contemporaneamente, ma non in fila indiana: Venere, Giove, Saturno e Marte. Vedrete che per l’occasione non mancheranno le strampalate previsioni dei catastrofisti su una imminente fine del mondo.
Adesso una curiosità che riguarda la Luna. Nei primi tre mesi dell’anno si verificheranno quattro pleniluni: due in gennaio (il 2 e il 31, con il primo che sarà pure una Superluna, perché l’argenteo satellite terrestre si troverà contemporaneamente al perigeo, cioè alla minima distanza dalla Terra pari a 356.566 km, mentre l’ultimo sarà una Blue Moon, pur non assumendo alcuna colorazione bluastra) e due in marzo, anche il 2 e il 31, ma nessuno dei due con la Luna al perigeo. In febbraio, invece, non ci sarà alcuna Luna piena.
Nel mese di maggio, la Nasa, l’ente spaziale americano, lancerà la dodicesima missione del programma Discovery: si chiama “InSight” (acronimo di Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) ed è una missione spaziale per l’esplorazione della struttura interna di Marte il cui lancio era previsto per il marzo 2016, ma che è stato rinviato al 5 maggio 2018 per problemi riscontrati nel sismometro di cui dovrebbe essere dotata la sonda.
GIUSEPPE SPERLINGA
N.B.
Tutte le foto che corredano l’articolo sono state tratte da vari siti internet.

 

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MONTE ARSO DI RAGALNA MORTIFICATO DA SPAZZATURA E MOTOCROSS

Stamane, martedì 26 dicembre 2017, l’area di monte Arso di Ragalna si presentava invasa da rifiuti e assediata da motocross il cui fastidioso ronzio si diffondeva nell’aria, squarciando il silenzio nei boschi di querce.
Dopo la dolorosa ferita inferta nei mesi scorsi da alcuni criminali, che hanno operato un indiscriminato taglio di querce (alcune delle quali secolari), l’area di monte Arso sembra dimenticata e abbandonata al suo destino nonostante si presenti in eccellente stato di naturalità, dove Natura e mano dell’uomo si fondono in maniera armoniosa.
La sua tutela, valorizzazione e fruizione non è più procrastinabile da parte del Comune di Ragalna e del Parco dell’Etna.
L’associazione Stelle e Ambiente è disponibile a redigere in tempi brevi un progetto di fruizione turistico-culturale dell’area inclusa quella delle due grotte della Catanese e a sottoporlo all’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Salvo Chisari e alla presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia.
Il Presidente
Prof. Giuseppe Sperlinga
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21 DICEMBRE 2017 – SOLSTIZIO D’INVERNO

21 DICEMBRE 2017 – SOLSTIZIO D’INVERNO.
«Solstizio» significa «Sole stazionario» (dal latino “Solis statio”). Il Sole, infatti, sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto fino al 25 dicembre, quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a nord sull’orizzonte. Il giorno del solstizio invernale è il primo giorno d’inverno astronomico (l’inverno meteorologico, per convenzione, s’inizia il primo giorno del mese del solstizio, cioè il 1° dicembre): dopo il giorno più corto dell’anno, che non è il 13, ma il 21 dicembre, il Sole comincia ad alzarsi sul piano dell’orizzonte, determinando l’allungamento graduale delle giornate. Ha inizio, dunque, l’inverno nell’emisfero boreale, l‘estate in quello australe. Il Polo Nord è escluso nel circolo d’illuminazione (6 mesi di oscurità), mentre il Polo Sud ne è totalmente incluso (6 mesi di luce). I raggi solari sono allo zenit al Tropico del Capricorno e pertanto giungono fortemente inclinati sul nostro emisfero a causa dell’inclinazione di 23°27′ dell’asse terrestre rispetto alla perpendicolare condotta sul piano dell’orbita della Terra.
Il Sole giovedì 17 dicembre è passato dalla costellazione di Ofiuco a quella del Sagittario. Nel cielo fossile degli astrologi, la nostra stella diurna fino a oggi si sarebbe trovato proiettato nella costellazione del Sagittario e da domani, 22 dicembre, transiterebbe tra le stelle del Capricorno, dove vi rimarrebbe fino al 20 gennaio. Coloro che si ostinano a credere alle fandonie ammannite dagli astrologi continueranno a leggere l’oroscopo di un altro!

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LA SUPERLUNA DI DICEMBRE E IL RITORNO DEL GRANDE CACCIATORE ORIONE

UNA SUPERLUNA E RIAPPARE IL GIGANTESCO ORIONE NEL MESE DEL SOLSTIZIO INVERNALE

In dicembre, le giornate seguitano ad accorciarsi e le notti ad allungarsi, fino al giorno del solstizio invernale, che quest’anno cade il 21 dicembre, quando nell’emisfero boreale si avrà il periodo d’illuminazione (il dì) più breve e, naturalmente, il periodo di oscurità (la notte) più lungo dell’anno. Convenzionalmente, il giorno solstiziale segna l’inizio dell’inverno astronomico (quello meteorologico s’inizia il primo giorno di dicembre). Il detto popolare, dunque, che il 13 dicembre che celebra la festa liturgica di Santa Lucia (il giorno più corto che ci sia) non è più aderente alla realtà. Alla latitudine di Catania, il 13 dicembre la durata del dì è di 9 ore e 50 minuti, mentre il 21 dura 9 ore e 48 minuti, è cioé più corto di due minuti rispetto al giorno di Santa Lucia. Le fasi lunari. L’argenteo satellite terrestre sarà al plenilunio il 3, all’ultimo quarto il 10, al novilunio il 18 e al primo quarto il giorno di Santo Stefano. Il giorno di Luna piena avverrà pure la Superluna, perché la Luna si troverà contemporaneamente al perigeo, cioè alla minima distanza dalla Terra, che è di 356.410 km, e il suo diametro apparente sembra più grande. Dalla Terra, infatti, la Luna al perigeo appare circa del 12 per cento più grande della Luna all’apogeo, quando cioè si trova alla massima distanza dal nostro pianeta.

Uno sguardo ai pianeti. Mercurio tramonta un’ora dopo il Sole fino all’8, il 13 sarà in congiunzione col Sole e riapparirà il 18 tra le luci dell’alba sull’orizzonte orientale. Venere è visibile all’alba fino al 12, sull’orizzonte sudorientale; alla fine del mese, sarà vicinissimo al Sole e non sarà più osservabile. Il pianeta rosso Marte è individuabile anch’esso a Sud-Est prima del sorgere del Sole. Il gigante gassoso Giove è il pianeta più luminoso visibile prima del sorgere del Sole, anch’esso nel cielo sudorientale. Saturno è l’ultimo pianeta visibile a occhio nudo, il giorno del solstizio sarà in congiunzione col Sole e sarà perciò inosservabile, lo rivedremo all’inizio dell’anno nuovo di mattina, prima del sorgere del Sole. Urano culmina a Sud durante le prime ore della sera ed è osservabile per buona parte della notte con l’ausilio di un telescopio. Nettuno è ancora visibile a Sud-Ovest nella prima frazione della notte. Plutone, infine, è in pratica inosservabile, molto basso com’è sull’orizzonte occidentale. Tra le congiunzioni planetarie, merita di essere osservata quella tra la Luna, Giove e Marte, che accadrà il 14 prima del sorgere del Sole. Una levataccia che sarà ripagata dalla spettacolare visione della falce di Luna calante tra Giove (più basso) e Marte proiettati tra le stelle delle costellazioni della Vergine e della Bilancia.

In dicembre, il cielo è finalmente dominato dalle grandi costellazioni invernali. Le costellazioni autunnali del Capricorno, dell’Acquario e dei Pesci sono ormai basse nell’orizzonte sudoccidentale e il loro posto sarà occupato, a Sud-Est, dall’inconfondibile costellazione di Orione, con il grande cacciatore in compagnia del Cane Maggiore con la stella più luminosa del cielo, Sirio, e del Cane Minore con Procione; dal Toro con la gigante rossa Aldebaran; dai Gemelli con la coppia Castore e Polluce, i Dioscuri; l’Auriga con Capella. Orione merita un discorso a parte perché è senz’altro la costellazione più appariscente e più bella da osservare sia a occhio nudo sia con un buon binocolo per scorgere le stelle Betelgeuse, Rigel, Bellatrix e Saiph ai vertici del grande quadrilatero, le tre stelle allineate che ne formano la cintura, da cui pende la spada in cui si trova la fantastica omonima nebulosa (M 42). Come di consueto, a nord sono visibili le costellazioni circumpolari, cioè quelle che non sorgono e non tramontano mai perché sempre presenti tutto l’anno che ruotano attorno alla Stella Polare del Piccolo Carro dell’Orsa Minore. Tra esse ricordiamo procedendo in senso antiorario Cassiopea, Cefeo, il Dragone, il Gran Carro dell’Orsa Maggiore e la Giraffa.

                                                                                             GIUSEPPE SPERLINGA

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9° CORSO DI ETNOBOTANICA ETNEA

9° CORSO DI ETNOBOTANICA ETNEA – MUSEO DELL’ETNA (VIAGRANDE) 9-10 DICEMBRE 2017
Direttore: prof. Salvatore Arcidiacono.
Coordinatore: prof. Giuseppe Sperlinga.
Docenti: prof. Salvatore Arcidiacono, dott.ssa Giovanna Marletta.

Il Corso à articolato in cinque lezioni teorico-pratiche che avranno la durata di 45-60 minuti ciascuna e si terranno nel corso della giornata di sabato 9 dicembre, nella sede del Museo dell’Etna, in via Dietro Serra, Viagrande (Ct), nonché una esercitazione pratica di quattro ore per il riconoscimento e la raccolta di piante selvatiche commestibili in una campagna di Motta S. Anastasia (Ct) che si terrà nella mattinata di domenica 10 dicembre.

PROGRAMMA

Sabato 9 – Auditorium del Museo dell’Etna
Ore 9.00-9.30: accoglienza e iscrizioni al Corso.
Ore 9.30-10.15: “Introduzione al regno delle piante” (prof. Salvatore Arcidiacono).
Ore 10.15-10.30: pausa
30-11.15: “Le piante selvatiche e l’uomo” (prof. Salvatore Arcidiacono).
Ore 11.15-11.30: pausa
Ore 11.30-12.30: “Le piante tossiche e velenose di Sicilia” (prof. Salvatore Arcidiacono).
Ore 13.00-14.45: pausa pranzo a carico dei partecipanti.
Ore 15.00-16.00: “Fitoterapia: piante spontanee nella medicina popolare” (dott.ssa Giovanna Marletta).
Ore 16.00-17.00: “Fitoalimurgia: piante selvatiche alimentari” (dott.ssa Giovanna Marletta).

Domenica 10 – Motta S. Anastasia
Ore 9.30: raduno al parcheggio del Parco Gioeni di via Angelo Musco.
Ore 10.00: esercitazione in una campagna di Motta S. Anastasia per la raccolta di verdure selvatiche mangerecce (prof. Salvatore Arcidiacono e dott.ssa Giovanna Marletta).
Ore 12.00: consegna degli attestati e chiusura del Corso.

La quota individuale di partecipazione al corso è di € 30,00 (trenta//00) e comprende i power point delle lezioni trattate e l’e-book in pdf “Le verdure spontanee dell’Etna” (nuova edizione) del prof. Salvatore Arcidiacono.

I corsisti avranno diritto allo sconto del 25% sul prezzo di copertina (€ 15,00 anziché € 20,00) del recente volume “Etnobotanica Etnea – Le piante selvatiche e l’uomo” del prof. Salvatore Arcidiacono stampato dall’Ente Fauna Siciliana per i tipi della Casa editrice Danaus di Palermo.

Ai soci delle associazione “Amici della Terra” e “Stelle e Ambiente” sarà praticato lo sconto di € 10,00 sulla quota d’iscrizione al corso.

Gli spostamenti in auto per raggiungere la sede del corso e la campagna di Motta S. Anastasia sono a carico dei partecipanti.

Informazioni, prenotazioni e iscrizioni:
Tutti i giorni, dalle 9 alle 21, telefonando ai numeri 3288172095 e 3402161035 (WhatsApp) oppure con email a info@stelleambiente.it
Sabato 9 dicembre, dalle 9 alle 9.30.

 

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