Rapido excursus del cielo di gennaio. Il Sole si trova proiettato nella costellazione del Sagittario fino al 20, quando passa in quella del Capricorno, con buona pace degli astrologi che ammanniscono sciocchezze ritenendolo già nel Capricorno e che dopo tale data transiterebbe nell’Acquario. Il 3, alle 7, la Terra si troverà al perielio, cioè alla minima distanza dal Sole, pari a 147.097.245 km. Come è fin troppo evidente, l’alternarsi delle stagioni non dipende dalla distanza del nostro pianeta dalla nostra stella diurna, ma dall’inclinazione dell’asse terrestre che si mantiene parallelo a sé stesso durante il moto di rivoluzione. La Luna sarà piena il 2, all’ultimo quarto l’8, novilunio il 17, al primo quarto il 24 e ancora piena il 31: cinque fasi nello stesso mese e, come già detto, con due pleniluni. I Consueto sguardo ai pianeti. Mercurio sarà visibile, all’alba del nuovo anno, sull’orizzonte Sud-Est, sorge un’ora e tre quarti prima del Sole e sarà abbastanza alto in cielo (circa 10°) prima di essere fagocitato dai bagliori solari. Col passare dei giorni, il minuscolo pianeta si abbasserà sempre di più e sarà inosservabile alla fine del mese. Venere sarà in congiunzione col Sole il 9 e, quindi, non sarà possibile scorgerlo fino alla fine del mese. Marte sarà visibile a Sud-Est prima del sorgere del Sole e il 7 sarà in congiunzione con Giove, la cui osservabilità è identica a quella del pianeta rosso. Saturno torna a essere visibile nel cielo del mattino, alla fine del mese, ma molto basso sull’orizzonte orientale, in compagnia di Marte e Giove. Urano è visibile a Sud-Ovest nelle prime ore della notte. Nettuno è possibile rintracciarlo basso sull’orizzonte occidentale poco dopo il tramonto del Sole.
Infine, le costellazioni. Nelle prime ore della notte, a oriente, sorgono il Cancro con il bellissimo ammasso aperto del Presepe o Mangiatoia (M44) e il Leone con la luminosa stella Regolo (Piccolo Re), cui seguiranno il Leone Minore e la Vergine. Dalla parte opposta, invece, tramontano l’Ariete, i Pesci, Andromeda e Pegaso. Nel cielo meridionale domina in tutto il suo splendore il quadrilatero della costellazione di Orione, ai cui vertici troviamo in alto Betelgeuse e Bellatrix, in basso Rigel e Saiph. Le tre stelle allineate che ne rappresentano la cintura sono, da sinistra a destra, Alnitak, Alnilam e Mintaka. Poco sotto la cintura pende la spada con la grande nebulosa M42. Individuare Orione consente il facile riconoscimento di tutte le altre costellazioni del periodo. Unendo, infatti, le tre stelle della Cintura del grande cacciatore (i “Tre Re” o “Tre Bastoni” di verghiana memoria ne “I Malavoglia”) e risalendo verso l’alto si incontrano prima la stella Aldebaran (l’occhio rosso del Toro) le Pleiadi (‘a Puddara, per dirla ancora con Verga: “… la stella della sera era già bella e lucente il pianeta Venere, ndr)… il Tre Bastoni era ancora verso l’Ognina colle gambe in aria, la Puddara luccicava dall’altra parte”) e poi i Gemelli, i Dioscuri Castore e Polluce. Scendendo, invece, verso il basso si incontra la stella Sirio, la più brillante del cielo e della costellazione del Cane Maggiore. Tra Sirio e i Gemelli brilla la stella Procione del Cane Minore. Altissime in cielo, quasi allo zenit, spiccano le costellazioni di Perseo e l’Auriga, facilmente riconoscibile per la sua forma a pentagono, con Capella (la “capretta” Amaltea, con il cui latte fu nutrito Zeus). Chiudiamo la nostra rassegna della volta celeste con uno sguardo verso Nord, dove individuata la Stella Polare nel Piccolo Carro dell’Orsa Minore è facile riconoscere, in senso antiorario, Cassiopea con l’inconfondibile forma a “W”, Cefeo, il Dragone e il Gran Carro dell’Orsa Maggiore.
GIUSEPPE SPERLINGA