GIOVE DOMINA IL CIELO DI MAGGIO
Il cielo di maggio è il biglietto da visita del cielo estivo. Le costellazioni tipicamente invernali si sono ormai tuffate oltre l’orizzonte occidentale e, a oriente, è già apparsa la Via Lattea, la striscia lattiginosa che solcherà il cielo delle calde serate d’estate e che, secondo la narrazione mitologica, si sarebbe formata da una goccia di latte fuoriuscita dalla mammella di Giunone mentre, a sua insaputa, allattava il piccolo Ercole. Sempre a oriente, fa pure la sua comparsa il celebre asterismo del Triangolo Estivo, formato dalle stelle più brillanti del Cigno (Deneb), della Lira (Vega) e dell’Aquila (Altair). Spostando lo sguardo verso sud-est, vediamo entrare nella scena celeste la testa dello Scorpione, il cui cuore è rappresentato dalla supergigante rossa Antares, che vuol dire “Anti Ares”, perché con la sua luminosità rossastra rivaleggia con Ares, il pianeta Marte per i Greci. Furono gli Arabi ad assegnare nomi di fantasia alle stelle. Antares, infatti, dagli astronomi moderni è denominata “Alfa Scorpii”: “Alfa” perché è l’astro più luminoso della costellazione, “Scorpii” perché è la forma genitiva del nome latino “Scorpius”. Antares è la sedicesima stella più brillante dell’intera volta celeste ed è situata a circa 600 anni luce da noi. Nel cielo meridionale, appaiono le prime stelle della costellazione del Centauro con il celebre ammasso globulare Omega Centauri, che è il più luminoso di tutta la volta celeste, e ormai alte si stagliano la Vergine con la luminosissima Spica e il Leone con Regolo. Nel cielo occidentale s’incontrano prima la lunghissima ma poco appariscente costellazione dell’Idra e poi le due zodiacali del Cancro con l’ammasso aperto del Presepe (alveare o mangiatoia) e dei Gemelli con le sue due brillanti stelle, la bianca Castore e l’arancione Polluce. Nel cielo settentrionale troviamo le costellazioni circumpolari, vale a dire quelle che ruotano intorno alla Stella Polare dell’Orsa Minore e non tramontano né sorgono mai, cambiando soltanto posizione nel corso dell’anno e della notte. In questa plaga di cielo, quasi allo zenit, continua a spiccare l’Orsa Maggiore, con le sue sette stelle più famose che formano l’asterismo del Gran Carro. Dalla parte diametralmente opposta, vi è sempre la caratteristica “W” della costellazione di Cassiopea, mentre prolungando verso sud le tre stelle del timone del Gran Carro s’incontra prima Arturo, la luminosa stella “guardiano dell’Orsa” della costellazione del Boote (Bovaro o Bifolco che dir si voglia) riconoscibile per la forma ad aquilone e, a seguire, la già citata Spica.
Il Sole si trova nella costellazione dell’Ariete fino al 14 maggio, poi passa in quella del Toro e vi transiterà fino al 19 giugno, con buona pace di coloro che si ostinano a credere nelle amenità astrologiche, secondo le quali la nostra stella diurna si troverebbe già nel Toro e il 21 maggio passerebbe nei Gemelli. In altre parole, leggono l’oroscopo di un altro e ci credono pure. Giorno dopo giorno, il Sole sorge un po’ prima e tramonta un po’ dopo: alla latitudine di Catania, alla fine del mese, le giornate si allungheranno di 44 minuti. La Luna l’8 sarà all’ultimo quarto, novilunio il 15, il primo quarto il 22 e plenilunio il 29.
Rapido sguardo ai pianeti. Mercurio sorge poco prima del Sole ed osservabile nel cielo orientale, ma alla fine del mese non sarà più visibile perché molto basso sull’orizzonte e avvolto dai bagliori solari. Venere, invece, è il pianeta più luminoso del cielo occidentale. Marte si potrà osservare nella seconda parte della notte, a sud-est, prima dell’alba. Giove, il 9 maggio, sarà in opposizione al Sole e, dunque, sarà visibile per l’intera notte: il gigantesco pianeta gassoso sorge quando tramonta il Sole, culmina a Sud nelle ore centrali della notte per poi abbassarsi sull’orizzonte occidentale alle prime luci dell’alba. Saturno sarà osservabile per gran parte della notte: all’inizio del mese sorgerà quaranta minuti dopo la mezzanotte, mentre alla fine del mese sarà visibile sin dalle 22.30. Urano sarà inosservabile. Nettuno, infine, sarà osservabile nella seconda parte della notte. Tra i pianeti nani, Plutone sarà visibile per tutta la notte, mentre Cerere (scoperto all’alba del 1° gennaio del 1801 da Giuseppe Piazzi, allora direttore dell’Osservatorio astronomico di Palermo, che lo volle dedicare alla Dea delle messi e protettrice della Sicilia) sarà visibile nella prima parte della notte.
Chiudiamo ricordando il grande astronomo francese Charles Messier, autore di un catalogo di ben 110 oggetti celesti tra nebulose e ammassi stellari. Nel maggio del 1764, pur non disponendo di telescopi potenti, lo studioso transalpino scopre quattro ammassi globulari (uno nello Scorpione e tre in Ofiuco) e tre ammassi aperti (due ancora nello Scorpione e uno nello Scudo).
GIUSEPPE SPERLINGA