Il quotidiano “La Sicilia” di oggi, mercoledì 2 gennaio 2019, dedica l’intera pagina 14 alla divulgazione astronomica pubblicando un articolo a firma di scrive sui fenomeni celesti attesi per il corrente mese di gennaio e per il nuovo anno appena entrato. Un ricordo colmo di gratitudine va al giornalista astrofilo Luigi Prestinenza, indimenticabile Maestro della divulgazione astronomica, che per oltre mezzo secolo diffuse l’Astronomia in maniera semplice e chiara, ma senza sacrificare il rigore scientifico.
Un ringraziamento va pure all’ottimo amico e collega giornalista de La Sicilia Leonardo Lodato, che ha curato l’impaginazione.
Buona lettura e, se potete, sottraetevi al diluvio di oroscopi che da alcuni giorni imperversano a tutte le ore e che ci piovono addosso da tutte le parti: giornali, tv, radio, social… Si salvi chi può… basta non leggerli!
IL CIELO DI GENNAIO E I PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DEL 2019
Il cielo del 2019 sarà piuttosto avaro in fatto di eventi astronomici. L’inizio del nuovo anno, però, sarà scoppiettante, potremo assistere a un vero e proprio spettacolo pirotecnico celeste con la pioggia delle prime meteore dell’anno: le Quadrantidi, che sono le “stelle cadenti” che, fino al 12, solcheranno i cieli delle gelide notti di gennaio. Lo sciame meteorico, che sembra irradiarsi dalla costellazione di Boote (nota pure col nome di Bovaro o Bifolco), è costituito dai frammenti della cometa “C/1490 Y1”, già nota, 500 anni fa, agli astronomi giapponesi e cinesi. Il picco si avrà nel cuore della notte, intorno alle 3 del 4 gennaio. A quell’ora, il radiante sarà visibile a Nord-Est, alto una quarantina di gradi, che è un’ottima posizione per l’osservazione. Dopo la mezzanotte, dunque, una pioggia di meteore ci terrà con gli occhi all’insù per ammirare le scie luminose lasciate dalle Quadrantidi, il cui nome deriva dall’antica costellazione del Quadrante Murale (introdotta da Lalande nel 1795 e poi abolita nel 1922), oggi incorporata in quella di Bootes. La visione di questi fuochi d’artificio celesti, per fortuna, non sarà ostacolata dal chiarore della Luna, perché sarà prossima al novilunio. Se le nuvole lo permetteranno, si potranno avvistare fino a centoventi meteore all’ora solcare il cielo e, per chi ci crede, potrà esprimere uno o più desideri al loro passaggio. Le Quadrantidi hanno una velocità di circa 40 km/s, lasciano tracce di colore blu e sono discretamente brillanti Nel corso dell’anno non mancheranno occasioni per godere di altre piogge cosmiche altrettanto spettacolari, come le Liridi, il cui picco si avrà nella notte tra il 22 e il 23 aprile con una ventina di meteore orarie; le celeberrime Perseidi, meglio note come “lacrime di San Lorenzo”, il cui passaggio si avrà nella notte del 12-13 agosto (e non in quella del 10, come vuole la tradizione) con un centinaio di meteore all’ora, ma quest’anno la loro visione sarà disturbata dalla Luna prossima al plenilunio; lo sciame meteorico delle Orionidi, nella notte tra il 21 e il 22 ottobre, con 25 meteore orarie, con la Luna all’ultimo quarto; le Geminidi, il cui picco avverrà nella notte tra il 13 e il 14 dicembre con 120 meteore orarie, con il fastidioso chiarore della Luna già al plenilunio. Queste, in gennaio, le fasi del nostro argenteo satellite naturale: nei primi giorni sarà calante e il giorno dell’Epifania sarà in Novilunio, poi riprenderà a crescere, il 14 sarà al Primo Quarto e il 21 al Plenilunio, dopo di che andrà a decrescere e il 27 sarà all’Ultimo Quarto. Il Sole, dopo il solstizio invernale dello scorso 21 dicembre, ha iniziato lentamente a risalire l’eclittica, la sua altezza sull’orizzonte aumenterà giorno dopo giorno e l’arco descritto nel cielo sarà sempre più ampio, con conseguente allungamento del periodo d’illuminazione pari a circa 45 minuti. Il 3 gennaio, alle 6, la Terra sarà alla minima distanza dal Sole (perielio) pari a circa 147,1 milioni di chilometri.
In gennaio, si verificheranno due eclissi. La prima è quella parziale di Sole del 6, ma non sarà osservabile dall’Europa. La prossima eclisse solare si verificherà il 12 agosto 2026, ma nelle zone ioniche l’oscuramento sarà soltanto del 40 per cento. Per vederne una alle nostre latitudini dovremo pazientare fino al 2 agosto 2027 e sarà davvero l’evento astronomico del millennio. L’eclisse, infatti, sarà totale a Lampedusa, del 98% in Sicilia e sarà osservabile in tutto il Mediterraneo dopo aver attraversato l’oceano Atlantico, l’Egitto, l’Arabia Saudita e l’oceano Indiano fino all’Australia, sarà insomma un evento che terrà desta l’attenzione degli appassionati di ben cinque continenti: America, Europa, Africa, Asia e Oceania. L’altra eclisse è quella totale di Luna che avverrà nella notte tra domenica 20 e lunedì 21, sarà visibile dall’Italia e sarà una Super Luna, perché il nostro satellite si troverà pure alla minima distanza da noi (perigeo). Sarà, però, una eclissi per pochi intimi appassionati di fenomeni astronomici. Alla latitudine di Catania, infatti, il fenomeno avrà inizio alle 3.36 con il primo contatto del disco lunare con il cono di penombra proiettato dalla Terra nello spazio e la Luna sarà abbastanza alta nel cielo (41°). L’inizio della totalità avverrà alle 5.41 e la fase massima alle 6.12, ma le regioni meridionali saranno penalizzate dal fatto che la Luna sarà assai bassa sull’orizzonte, a poco più una decina di gradi. Le fasi terminali dell’eclisse (ultimo contatto l’ombra alle 7.51 e con la penombra alle 8.50) non potranno essere osservate perché la Luna tramonta alle 7.14 e si troverà ormai abbondantemente sotto l’orizzonte. Ma non sarà l’unica eclisse lunare dell’anno, perché se ne verificherà ancora un’altra il 16 luglio, ma sarà parziale, con inizio della fase di penombra alle 20.44 con il nostro satellite naturale ad appena quattro gradi di altezza sul piano dell’orizzonte. Poi, alle 22.02 avrà inizio la fase parziale e, alle 23.31, quando la Luna sarà alta 26°, si avrà il massimo del parziale oscuramento del disco lunare. Il fenomeno avrà termine all’una e la Luna uscirà dal cono di penombra alle 2.18.
Adesso, cominciamo il solito excursus planetario dal piccolo Mercurio, che sarà osservabile prima dell’alba nella prima decade del mese. Attualmente, l’elusivo pianeta sta transitando tra le stelle dell’Ofiuco (la famosa tredicesima costellazione ignorata dagli astrologi quando confezionano i loro insulsi oroscopi), molto basso sull’orizzonte orientale e precede il sorgere del Sole di quasi un’ora, mentre in febbraio lo potremo osservare prima del tramonto. Pure il luminoso Venere è osservabile la mattina prima dell’alba. Fino al 9 gennaio, il pianeta di Citera transiterà tra le stelle della costellazione della Bilancia, poi farà una fugace apparizione tra quelle dello Scorpione e, infine, dal 15 gennaio lo vedremo nell’Ofiuco. Il giorno dell’Epifania raggiungerà la distanza angolare di 47° dal Sole (massima elongazione occidentale), sarà perciò al massimo del suo fulgore mattutino. Individuarlo sarà facilissimo, basta volgere lo sguardo verso oriente per accorgersi di questo “faro” che illumina la volta celeste (ha una magnitudine negativa di 4,5), a partire dalle 4 del mattino a inizio mese e dalle 4.30 a fine mese. Marte, invece, sarà osservabile nella prima parte della notte. Lo troveremo nella costellazione dei Pesci e, dopo il tramonto, sarà alto (circa 44°) sull’orizzonte sud-occidentale, dove vi rimarrà fino alle 23. Pure il gigantesco Giove, come Mercurio e Venere, sarà visibile la mattina prima dell’alba. Il “re dei pianeti”, infatti, sorge alle 5.30 a inizio mese e alle 4 a fine mese, proiettato tra le stelle di Ofiuco. Da non perdere, prima dell’alba del 22 gennaio, la bella congiunzione (il cosiddetto “bacio”) con Venere. Altra suggestiva congiunzione è quella tra la Luna in fase calante e i pianeti Giove e Venere, la mattina del 31 gennaio, mentre sorgono allineati sull’orizzonte orientale nella costellazione dell’Ofiuco. Saturno, purtroppo, sarà inosservabile per tutto il mese, perché il 7 gennaio sarà in congiunzione con il Sole. Il pianeta degli anelli tornerà a essere osservabile in febbraio, anch’esso prima dell’alba. Urano è osservabile nella prima parte della notte e tramonterà, a inizio del mese, alle 2 (a mezzanotte alla fine di gennaio). Con l’aiuto di un buon telescopio, dopo le 20, potremo tentare di rintracciarlo tra le stelle dei Pesci, già molto alto, a una cinquantina di gradi sull’orizzonte sud-occidentale. Pure Nettuno è visibile nelle prime ore della sera. Il gigantesco pianeta azzurro, fino alle 22, lo troveremo nella costellazione dell’Acquario, ma col passare dei giorni anticiperà sempre di più e, alla fine del mese di gennaio, tramonterà alle 20. Per osservarlo bisogna avvalersi dell’uso di un buon telescopio e sarà l’ultima occasione perché da febbraio ad aprile sarà inosservabile.
Il cielo delle fredde notti di gennaio offre uno spettacolo di incomparabile bellezza per ciò che riguarda le costellazioni, a partire dall’Orsa Maggiore e da quella del grande cacciatore Orione. Ma cominciamo la nostra carrellata celeste osservando il cielo orientale. Sin dalle 22, spiccano quattro costellazioni con stelle brillanti: l’inconfondibile gigante Orione per la sua forma rettangolare con ai quattro vertici, procedendo dall’alto a sinistra in senso orario, la supergigante rossa Betelgeuse, distante 590 anni luce, la gigante blu Bellatrix o Bellatrice (240 anni luce) e le due supergiganti blu Rigel (900 anni luce) e Saiph (647 anni luce). Al centro, spicca la “Cintura di Orione” formata dall’allineamento di tre stelle di quasi pari luminosità Alnitak, Alnilam e Mintaka, conosciute come “Tre Re”, “Re Magi”, “Tre Bastoni”. Sotto la Cintura di Orione, troviamo la spada formata da due stelle multiple e dalla celeberrima Nebulosa di Orione, che dista da noi 1.630 anni luce e ha un diametro di 100 anni luce. Ai piedi del grande cacciatore, vi sono i suoi inseparabili cani: il Cane Maggiore con la fulgidissima Sirio e il Cane minore con Procione, oltre alla preda che è la Lepre. Nei pressi, vi è la poco appariscente costellazione dell’Eridano formata da una sinuosa linea di stelle e quella del Toro con la stella arancione Aldebaran e, nei pressi, i due ammassi aperti delle Pleiadi e delle Iadi. In alto a sinistra di Betelgeuse brillano i Gemelli con i Dioscuri Castore e Polluce. Quasi allo zenit, spicca la gigante gialla Capella (la capretta con il cui latte fu nutrito Zeus) dell’Auriga. Sempre a est, fanno capolino le costellazioni del Cancro con l’ammasso aperto del Presepe, noto pure come Mangiatoia o Alveare) e del Leone con la luminosa Regolo. Spostando lo sguardo più a nord troviamo l’asterismo del Grande Carro dell’Orsa Maggiore in netta risalita rispetto ai mesi scorsi, mentre scendono, dalla parte opposta, la caratteristica casetta di Cefeo e la doppia W di Cassiopea. Verso Nord-Ovest, si avvia a tramontare la costellazione di Andromeda con l’omonima galassia a spirale gigante, che si trova a circa 2,5 milioni di anni luce dalla Terra ed è l’oggetto celeste più lontano visibile a occhio nudo.
Concludiamo con una panoramica sugli eventi celesti che ci riserverà il nuovo anno. Il più importante è senz’altro il transito di Mercurio davanti al Sole che avverrà l’11 novembre. Quel giorno, alle ore 13.35 circa, il minuscolo pianeta effettuerà un passaggio di fronte al Sole. Attrezzando il telescopio con adeguati filtri per proteggere gli occhi, avremo la possibilità di osservare il piccolo disco nero del pianeta mentre attraversa il grande, luminoso disco solare. L’evento durerà a lungo e, in Italia, il Sole tramonterà mentre il pianeta è ancora in transito. Da non perdere assolutamente, perché il prossimo transito avverrà nel novembre del 2032 (l’ultima volta è stato nel maggio del 2016).
Il 2019 è l’anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario del leggendario sbarco del primo uomo sulla Luna. Sarà, invece, un anno nero per l’osservazione delle cosiddette “stelle cadenti”, perché l’osservazione di tutti i maggiori sciami meteorici, come le Perseidi (picco nella notte tra il 12 e il 13 agosto) e le Geminidi (picco previsto per il 14 dicembre), saranno disturbati dalla presenza della Luna.
GIUSEPPE SPERLINGA
