Stelle e Ambiente

Mese: settembre 2021

RESTAURO OROLOGIO SOLARE OTTOCENTESCO A ORE ITALICHE DI VALVERDE

Ampio resoconto a firma dell’ottimo amico e collega Carmelo Di Mauro su La Sicilia di oggi, mercoledì 29 settembre, sulla inaugurazione dei due orologi solari a ore italiche di Valverde, avvenuta sabato scorso: quello ottocentesco (1854) e quello moderno progettato dall’amico gnomonista geom. Michele Trobia.
I semi sono stati gettati: germoglieranno nell’immediato futuro numerosi altri orologi solari sulle pareti delle case di Valverde?

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TORNA A FUNZIONARE L’OTTOCENTESCO OROLOGIO SOLARE A ORE ITALICHE DI VALVERDE (CT)

Dopo decenni di oblìo, dimenticato da tutti e reso invisibile agli occhi degli stessi abitanti, molti dei quali ne ignoravano l’esistenza, poco dopo mezzogiorno di sabato 25 settembre 2021, è tornato al suo antico splendore e a funzionare il restaurato Orologio solare ottocentesco a ore italiche di corso Vittorio Emanuele III di Valverde, ridente paesino alle porte di Catania.
L’intervento di recupero e valorizzazione culturale di questo quadrante solare datato 1854 è stato proposto dall’associazione “Stelle e Ambiente” di Catania, col supporto scientifico dell’esperto gnomonista geometra Michele Trobia, che ha progettato il nuovo orologio solare a ore italiche posto al disotto di quello antico, ma più completo perché corredato dalla retta equinoziale e dalle curve solstiziali, nonché da quattro tabelle esplicative apposte lateralmente che, pure esso, da sabato scorso è entrato in funzione. L’intervento di restauro conservativo è stato realizzato dalla ditta Calvagna di Aci S. Antonio, la stessa che portò a compimento il complesso e delicato restauro dell’orologio solare ottocentesco ideato dal sacerdote-scienziato Salvatore Franco di Biancavilla (CT) e apposto sulla parete di un edificio che si affaccia nella corte dell’Arcivescovado di Catania (pure questo intervento di recupero fu possibile attuarlo grazie alla tenacia del geometra Trobia).
Sabato scorso, a svelare al pubblico l’orologio solare a ore italiche ottocentesco restaurato e quello moderno di Trobia sono stati il sindaco di Valverde, arch. Angelo Spina, e l’assessora Maria Carmela Gammino, che ha svolto un ruolo determinante nella complessa operazione che ha consentito il ripristino di questo autentico “gioiello” della Gnomonica ottocentesca. Erano presenti il presidente di “Stelle e Ambiente”, prof. Giuseppe Sperlinga, il geometra Michele Trobia, i consiglieri di “Stelle e Ambiente” professoressa Giovanna Cavallaro e signor Salvatore Silviani e l’amico Michele Torrisi di Valverde, che qualche anno fa segnalò al prof. Sperlinga l’esistenza dell’antico quadrante solare.
Adesso è auspicabile che i due orologi solari a ore italiche diano l’input alla realizzazione di altri quadranti e meridiane solari affinché Valverde presto diventi il “paese delle Meridiane”, come Aiello del Friuli, dove accorrono ogni anno migliaia e migliaia di persone per ammirare questi capolavori della Gnomonica.
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PERCHÉ È SBAGLIATO CHIAMARLA “GROTTA DELLE NEVI” (AL PLURALE)

PERCHÉ È SBAGLIATO CHIAMARLA “GROTTA DELLE NEVI” (AL PLURALE)
La piccola galleria di scorrimento lavico che si apre a poche decine di metri dalla Mareneve, a un paio di chilometri dal bivio per il rifugio Citelli, in località Piano delle Donne del Comune di S. Alfio, è una caverna da tutti conosciuta con quattro sinonimi: grotta della Neve, grotta dei Ladri, grotta dei Ladroni e grotta dei Briganti. Ignoravamo, però, che ve ne fosse un quinto, quello di “grotta delle Nevi”, al plurale. A coniare questo nuovo sinonimo non sono stati gli speleologi né le guide turistiche: è stato il Dipartimento regionale sviluppo rurale e territoriale della Regione Siciliana, una struttura afferente all’Assessorato regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, come si legge nelle due tabelle di legno apposte nei pressi della cavità. Una di queste si trova accanto alla recinzione di uno dei pozzi artificiali che “bucano” la cavità, l’altra è stata collocata a bordo della strada, accanto alla capannina che espone una corretta tabella bilingue sulla cavità curata dal geologo Carlo Cassaniti per “Etna Romance”, un progetto culturale promosso da un partenariato di soggetti pubblici e privati.
A commettere un simile errore deve essere stato qualcuno “digiuno” in materia speleologica, dimostrando pure di non conoscere adeguatamente le grotte dell’Etna e l’uso che l’uomo ne ha fatto in passato. Non dato sapere, infatti, a quale fonte bibliografica abbia attinto per stabilire che il nome della piccola galleria di scorrimento lavico preistorica è “delle Nevi” anziché “della Neve”, come invece la denominò, nel Settecento, il pittore-viaggiatore fiammingo Jean Houel, che, nel suo “Voyage pittoresque” del 1782-87, dipinse la scena di alcuni uomini che trasportano sulle spalle sacchi di neve all’esterno della caverna (il quadro si trova esposto all’Ermitage di San Pietroburgo, in Russia) e come è stata registrata nel catasto speleologico regionale.
La grotta della Neve fu utilizzata, nel secolo dei Lumi, come neviera dai Cavalieri di Malta. Il piccolo tunnel lavico, infatti, possiede due ingressi ed è perforato da tre camini che lo mettono in comunicazione con l’esterno e attraverso i quali, un tempo, veniva introdotta la neve. All’interno, sono presenti due sale: una è detta “Salone dei Ladri”, perché, narra una leggenda, che era utilizzata come rifugio da una banda di briganti che imperversava nella zona depredando gli ignari viandanti (da qui, il nome di “grotta dei Ladroni o dei Ladri”). L’altra si trova dalla parte opposta e vi si può accedere o uscire attraverso una serie di scalini scavati nella roccia. E’, questa, la “Sala Houel”, perché qui, Jean Houel, dipinse la scena di alcuni uomini che trasportano sulle spalle sacchi di neve all’esterno della caverna. Qui, i sacchi venivano avvolti con felci e, a dorso di mulo, li trasportavano al porto di Riposto per essere imbarcati sui velieri diretti a Malta, dove utilizzavano la neve dell’Etna per farne sorbetti nel periodo estivo.
           GIUSEPPE SPERLINGA
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INAUGURAZIONE A VALVERDE (CT) DEL RESTAURATO OTTOCENTESCO OROLOGIO SOLARE A ORE ITALICHE

SABATO 25 SETTEMBRE 2021
ORE 12.00
CORSO VITTORIO EMANUELE III, 124
VALVERDE (CATANIA).

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L’Associazione “Stelle e Ambiente” è lieta di invitare i soci, gli amici e i simpatizzanti alla
INAUGURAZIONE DEL RESTAURATO OROLOGIO SOLARE OTTOCENTESCO A ORE ITALICHE
e alla
INAUGURAZIONE DEL NUOVO OROLOGIO SOLARE A ORE ITALICHE (progettato dal geometra Michele Trobia, esperto di Gnomonica e progettista di quadranti solari).
 
LA PARTECIPAZIONE E’ LIBERA.
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Dopo decenni di oblio e con oltre un anno e mezzo di ritardo a causa della devastante pandemia del Sars CoV-2 cui è associata la malattia del Covid-19, sabato 25 settembre tornerà finalmente a splendere e a funzionare l’ottocentesco Orologio solare a Ore Italiche di Corso Vittorio Emanuele III di Valverde. Il restauro conservativo di questo prezioso manufatto è stato proposto dall’Associazione “Stelle e Ambiente” all’Amministrazione Comunale valverdese ed è stato reso possibile grazie alla sensibilità culturale del Sindaco Angelo Spina e dell’Assessora Maria Carmela Gammino, i quali hanno approvato anche la realizzazione di un nuovo quadrante a “Ore Italiche” collocato nello spazio sottostante a quello ottocentesco e le Tabelle esplicative apposte nel totem adiacente, entrambi frutto dell’ingegno del geometra Michele Trobia, esperto di Gnomonica e progettista di quadranti solari. A loro, all’amico Michele Torrisi di Valverde, che qualche anno fa me ne segnalò la presenza, e a tutti coloro i quali hanno sostenuto questa iniziativa culturale va il mio plauso personale, quello dell’Associazione che mi onoro di rappresentare e pure quello dei cittadini di Valverde.
Prof. Giuseppe Sperlinga
Presidente Associazione “Stelle e Ambiente”

CIELO DI SETTEMBRE 2021

Il 4 settembre del 2012 ci lasciava Luigi Prestinenza, giornalista e astrofilo, come amava definirsi. Fu caposervizio allo Sport del quotidiano La Sicilia di Catania, ma – soprattutto – fu un grande giornalista scientifico e infaticabile divulgatore della Scienza, in particolare dell’Astronomia. Negli anni Sessanta del secolo scorso, ideò la rubrica del “Cielo del mese” che La Sicilia continua a pubblicare con cadenza mensile dopo la scomparsa di Prestinenza a firma di chi scrive.
Lo ricordo con grande stima e riconoscenza per gli insegnamenti ricevuti nel campo del giornalismo scientifico e in quello della divulgazione astronomica.
Per una curiosa coincidenza, Luigi Prestinenza è nato ed è morto lo stesso giorno dei due mesi in cui cadono gli equinozi: nasce il 4 marzo 1929 (mese dell’equinozio di primavera) e muore il 4 settembre 2012 (mese dell’equinozio di autunno).
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CIELO SETTEMBRE 2021
Nel cielo fossile di settembre degli astrologi, il Sole entrerebbe nel segno della Bilancia. Oggi non è più così, lo era duemila anni fa. La nostra stella diurna, infatti, il 16 settembre passa dalla costellazione del Leone a quella della Vergine. Con buona pace di coloro che continueranno a leggere l’oroscopo di un altro. All’inizio del mese, alla latitudine di Catania, il Sole sorge alle 6.33 e tramonta alle 19.27, le giornate durano 12 ore e 54 minuti. Il 30 settembre il Sole sorge 2 minuti dopo e tramonta con 41 minuti di anticipo: il dì s’accorcia di un’ora e due minuti. Pure quest’anno l’equinozio autunnale cade il 22 settembre, giorno in cui finisce l’estate astronomica e comincia l’autunno (per i meteorologi, la stagione autunnale s’inizia il primo giorno del mese); il dì ha la stessa durata della notte ovunque e a mezzogiorno il Sole è allo zenit sull’equatore; ha inizio l’autunno nell’emisfero boreale e la primavera in quello australe; al polo Nord ha inizio la notte polare, mentre al polo Sud comincia il giorno polare; i Poli terrestri sono tagliati in due parti uguali dal circolo d’illuminazione; il Sole sorge e tramonta rispettivamente a Est e a Ovest, e passa per il punto Omega o della Bilancia (intersezione tra il piano dell’equatore celeste e l’eclittica).
L’elusivo e minuscolo Mercurio continua a essere osservabile nel cielo serale, ma bassissimo sull’orizzonte occidentale e difficile da individuare tra i bagliori rossastri del Sole al tramonto. Pure il luminoso Venere è visibile al tramonto sull’orizzonte occidentale, dove tramontava un’ora e mezza dopo il Sole. Il pianeta rosso Marte è praticamente inosservabile per tutto il mese perché molto vicino al Sole, con sui sarà presto in congiunzione. Il gigantesco Giove e il pianeta degli anelli Saturno continueranno a dominare il cielo autunnale per gran parte della notte tra le stelline del Capricorno. Urano e Nettuno, infine, sono entrambi visibili nel cielo orientale per quasi tutta la notte, il primo tra le stelle dell’Ariete, il secondo tra quelle dell’Acquario.
Tra le congiunzioni, segnaliamo quella tra Venere e il falcetto di Luna crescente, alle 20.30 del 10 settembre; quella tra la Luna con ai lati i due giganti del Sistema solare Giove e Saturno, alle 21.30 del 17; e quella della Luna con le Pleiadi, alle 23.30 del 25.
Nel cielo di settembre sono ancora visibili le costellazioni estive: a oriente, la Balena, l’Ariete, i Pesci e Andromeda, una stella della quale fa parte del Quadrato di Pegaso, che spicca a Sud-Est. Quest’ultima è una costellazione molto estesa e rappresenta il tronco del mitologico cavallo alato, nato dal sangue della testa di Medusa recisa da Perseo e che questi cavalcò per liberare Andromeda legata a uno scoglio dal mostro marino Cetus che stava per divorarla. La costellazione si individua facilmente localizzando il caratteristico “Grande Quadrato”, all’interno del quale il cielo sembra apparentemente vuoto, ma se osservato da siti bui si possono individuare a occhio nudo fino a una cinquantina di stelle. A occidente, invece, si avviano a tramontare lo Scorpione, il Sagittario, l’Ofiuco ed Ercole. Nel cielo meridionale si possono osservare l’Acquario e il Capricorno, mentre sul fronte opposto troviamo le costellazioni circumpolari, le quali non sorgono né tramontano, vale a dire le due Orse, la casetta di Cefeo e la “W” di Cassiopea.
GIUSEPPE SPERLINGA
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