Stelle e Ambiente

Mese: gennaio 2022

IN RICORDO DI FRANCO ANDRONICO

Com’era tradizione consolidata da quasi una ventina d’anni, l’ultima domenica di gennaio era dedicata alla passeggiata alla ricerca dei luoghi di S. Agata per strade del centro storico di Catania. A guidarla, come sempre, il caro e indimenticabile amico Franco Andronico, profondo studioso e conoscitore della storia cittadina, socio fondatore dell’associazione “Stelle e Ambiente” di cui fu pure consigliere.
Franco conosceva tutti i monumenti, le chiese, le icone e gli altarini sparsi sulle pareti dei palazzi, conosceva basola per basola quello avevamo denominato il “percorso agatino”, ci raccontava la storia della giovane Agata, patrona celeste di Catania, ci faceva conoscere i luoghi del suo martirio, non vi era angolo della città che non conoscesse se aveva qualcosa da raccontarci su Sant’Agata.
Da poco più di un anno, Franco ci ha lasciati. E’ vero che sono rimasti i suoi libri, ma è altrettanto vero che soltanto lui, quando parlava quasi sottovoce e per sentirlo non bastava neppure il piccolo amplificatore che gli appiccicavo addosso, ebbene riusciva a tenere desta l’attenzione dei partecipanti alla “camminata agatina”.
Dopo la dipartita di Franco, aggravata dalla feroce pandemia che si opprime de un paio d’anni, la tradizionale camminata alla riscoperta dei luoghi di S. Agata si è definitivamente interrotta.
Rimarrà immutabile, anche se fisicamente non sei più tra noi, l’amicizia che, dal 1977, ci ha tenuto uniti, dai tempi dei tuoi inizi speleologici nel Gruppo Grotte del CAI sezione dell’Etna di Catania.
Grazie, carissimo Franco, per tutto quello che ci hai dato, occuperai sempre un angolino nel cuore di tutti noi che ti abbiamo conosciuto e che abbiamo avuto il privilegio di ascoltare le tue conversazioni sulla vita di S. Agata e sulla storia della nostra città, che per te non aveva segreti.

2 FEBBRAIO 2022 – GIORNATA MONDIALE DELLE ZONE UMIDE

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2 FEBBRAIO 2022
GIORNATA MONDIALE DELLE ZONE UMIDE
Si deve a un manipolo di uomini e donne lungimiranti se gli ambienti umidi si sono conservati e sono arrivati intatti ai nostri giorni dopo la firma del trattato internazionale noto col nome di “Convenzione di Ramsar”, avvenuta il 2 febbraio del 1971 nella cittadina iraniana di Ramsar. Da allora, sono trascorsi cinquantuno anni e ogni anno, il 2 febbraio, in tutto il mondo, si celebra la “Giornata mondiale delle zone umide” per ricordare che queste aree caratterizzate dalla presenza permanente o temporanea dell’acqua, quali sono le paludi, le torbiere, gli acquitrini, gli specchi d’acqua naturali o artificiali con acqua dolce, salmastra o salata, gli stagni, i laghi, i fiumi, le coste marine fino a sei metri di profondità, sono ambienti assai delicati e per questo motivo sono tra i più minacciati al mondo, perché l’uomo continua a scaricarvi le sostanze inquinanti impiegate in agricoltura e nelle industrie, i reflui cloacali dei centri abitati. Le zone umide vanno preservate perché ci migliorano la vita, contribuiscono a mantenere il microclima, salvaguardano le coste marine dall’erosione, forniscono ogni giorno una immensa quantità d’acqua, sono alla base del sistema di coltivazione del riso (alimento fondamentale per un quinto della popolazione mondiale), contribuiscono allo sviluppo economico di un Paese (un milione di persone dipendono da pesca e acquacoltura). Inoltre, immagazzinano grandi quantità di carbonio e assorbono le piogge in eccesso, attenuando il rischio di inondazioni, rallentando l’insorgere della siccità e riducendo al minimo la penuria d’acqua.
Gli ambienti umidi, insomma, sono un patrimonio da salvare dai rischi di estinzione cui sono esposti, soprattutto quelli ubicati in prossimità o inglobate nelle aree urbane, come quello d’acqua dolce della Timpa di Leucatia, nella periferia settentrionale della città di Catania. Pure quest’anno, nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, le associazioni naturalistiche del territorio catanese Stelle e Ambiente, Amici della Terra, Cepes, Lipu ed Ente Fauna Siciliana, insieme con la divisione 2 del Kiwanis International, l’associazione Copernico e i Cavalieri della Mercede, ricordano l’avvenimento e partecipano virtualmente alla Giornata mondiale delle zone umide con una locandina avente come sfondo lo straordinario ambiente umido della Timpa di Leucatia, un vero e proprio scrigno di biodiversità che bisogna fare di tutto per la sua tutela, valorizzazione e fruizione con l’istituzione di un parco urbano intercomunale.
In Italia, finora, sono state istituite 65 zone umide, distribuite in 15 regioni, per un totale di 82.331 ettari, aree d’importanza internazionale riconosciute e inserite nell’elenco della Convenzione di Ramsar. In Sicilia, sono soltanto sei le zone umide che godono di questo riconoscimento: l’Oasi Faunistica di Vendicari (Noto), il Biviere di Gela, le paludi costiere di Capo Feto, Margi Spanò, Margi Nespolilla e Margi Milo (Mazara del Vallo-Marsala), i laghi di Murana, Preola e Gorghi Tondi (Mazara del Vallo) e lo Stagno Pantano Leone (Campobello di Mazara). Nessuna è stata ancora istituita nella provincia di Catania.
GIUSEPPE SPERLINGA