LA GRECA, CUCUZZA SILVESTRI E PRESTINENZA, TRE GRANDI PROTAGONISTI DELLA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA A CATANIA.
Nel 2012, a distanza di due mesi l’uno dall’altro, ci lasciavano, il 3 luglio, all’età di 89 anni, il vulcanologo prof. Salvatore Cucuzza Silvestri, e il 4 settembre, a 83 anni, il giornalista Luigi Prestinenza. Undici anni prima, il 10 febbraio, a 87 anni, moriva lo zoologo prof. Marcello La Greca. Tutti e tre, nell’ultimo trentennio del secolo scorso, furono grandi protagonisti della divulgazione scientifica a Catania.
Napoletano ma catanese d’adozione, Marcello La Greca fu professore ordinario di Zoologia ed emerito dell’Università di Catania, accademico dei Lincei, fondatore e primo direttore del Dipartimento di Biologia Animale e artefice della rifondazione dell’annesso Museo di Zoologia, che, dopo la recente ristrutturazione, è aperto al pubblico. Fondamentale fu il suo contributo di studioso ed esperto di Politica ambientale per l’istituzione sia del Parco dell’Etna, sia delle prime Riserve naturali speleologiche in Sicilia da parte della Regione Siciliana, quattro delle quali (“Grotta Palombara” e “Complesso speleologico Villasmundo-Alfio” di Melilli, “Grotta Monello” di Siracusa e “Complesso speleologico Micio Conti-Immacolatelle” di San Gregorio di Catania) gestite dall’ateneo catanese.
Salvatore Cucuzza Silvestri fu docente di Vulcanologia nell’Università di Catania che, in oltre mezzo secolo di attività accademica, scrisse più di 250 pubblicazioni scientifiche. Ma fu pure un fine divulgatore con articoli pubblicati da quotidiani e periodici locali e nazionali. Si occupò dei problemi relativi all’ambiente siciliano e, in particolare, di quello etneo e s’impegnò strenuamente nella battaglia per l’istituzione di un Museo civico di Storia naturale con annessa una grande sezione dedicata all’Etna, struttura che, paradossalmente, è sempre mancata nella città alle falde del maggior vulcano attivo europeo, se si esclude il piccolo ma funzionale museo vulcanologico esistente all’ultimo piano del Palazzo delle Scienze di corso Italia fino al 1991, anno in cui l’ateneo catanese ne deliberò lo scriteriato smantellamento, nel corso del quale molti reperti furono addirittura gettati nei cassonetti o trafugati da ignoti e altri ammassati in mobili di legno e scaffali metallici sul terrazzo della struttura universitaria.
Luigi Prestinenza fu caposervizio allo Sport di questo giornale e inviato speciale ai grandi avvenimenti sportivi (Olimpiadi, Mondiali ed europei di calcio). Ideò la rubrica mensile “Il cielo” che firmava con lo pseudonimo “Scrutator”. Forte di una solida preparazione scientifica pur avendo seguito studi universitari storici e filosofici (superò tutte le materie con il massimo dei voti, tranne due con 29, ma non trovò mai il tempo di andare a discutere la tesi già pronta, meriterebbe il conferimento della Laurea a honorem alla memoria), divenne un brillante e preparatissimo giornalista scientifico, collaborò con l’inserto “Tuttoscienze” de “La Stampa” di Torino, le riviste di divulgazione astronomica “L’Astronomia” e “Le Stelle”. Negli anni Novanta del secolo scorso, curò la pagina di divulgazione scientifica a cadenza settimanale del quotidiano “La Sicilia”. Fu nemico di tutto ciò che si fondava su basi metafisiche, irrazionali e fantasiose, come l’Astrologia e l’Ufologia. Divulgò l’Astronomia nelle scuole di ogni ordine e grado dell’intera Sicilia, andava ovunque l’invitassero presidi e professori, tenne migliaia di conferenze e seminari, partecipò a convegni in tutto il territorio nazionale, collaborò assiduamente con l’Osservatorio Astrofisico di Catania. Ironia della sorte, Prestinenza è nato ed è morto lo stesso giorno dei due mesi in cui cadono gli equinozi: 4 marzo 1929 (mese dell’equinozio di primavera), 4 settembre 2012 (mese dell’equinozio di autunno). Una curiosa coincidenza se si pensa che, prima ancora di affermarsi come giornalista sportivo, fu un astronomo non professionista di elevate competenze scientifiche, studioso appassionato del pianeta Marte, cui dedicò uno dei suoi due libri di divulgazione astronomica, “Marte tra storia e leggenda” (Utet), l’altro è “La scoperta dei pianeti” (Gremese), entrambi con la prefazione di Margherita Hack. Soleva dire, Prestinenza, che si appassionò del cielo sin dall’età di dieci anni, quando ebbe la fortuna di leggere “L’Astronomia popolare” di Camille Flammarion, una passione che coltivò fino a che le forze lo sorressero per scrutare la volta celeste con il suo piccolo telescopio rifrattore dal balcone di casa sua, al settimo piano del “palazzo dei giornalisti” di via Eleonora d’Angiò. Negli ultimi anni della sua vita, infatti, dovette rinunciare a osservare il “suo” Marte dal suo osservatorio astronomico che si era fatto costruire nel giardino della casa di Pedara. Qui, dopo aver lasciato la redazione sportiva del giornale, vi trascorreva nottate intere dietro i suoi due potenti telescopi scrutando il cielo, osservando, fotografando e disegnando a mano libera la cangiante superficie del pianeta rosso.
La Greca, Cucuzza Silvestri e Prestinenza credevano fermamente nell’importante ruolo educativo svolto dalle strutture culturali stabili. Per oltre trent’anni, insieme con altri esponenti del mondo culturale catanese, si adoperarono assiduamente per far dotare la città di Catania di un Museo di Storia Naturale, di un Planetario e di un Osservatorio astronomico civici. Dopo una infinita serie di incontri, riunioni, anticamere prima di essere ricevuti da sindaci e assessori comunali, i loro sforzi furono vanificati dall’incultura degli amministratori civici del tempo. Tutt’oggi, il capoluogo etneo è privo di queste tre importanti strutture museali scientifiche mentre continua a essere chiusa al pubblico la “Città della Scienza”, una interessante struttura museale interattiva realizzata dall’Università in una ex raffineria di zolfo di via Simeto che, stranamente, non è mai entrata in esercizio salvo qualche sporadica apertura.
La scomparsa di La Greca, Cucuzza Silvestri e Prestinenza ha lasciato una voragine nell’anemico panorama culturale scientifico di Catania. E altrettanto irto di difficoltà è il sentiero di cui loro hanno lasciato il solco, perché pur volendo seguirne il magistero, senza il loro carisma culturale è stato e continua a essere durissimo ottenere una inversione di rotta in una città che ha sempre perseguito la politica culturale dell’effimero, rinunciando alle strutture culturali scientifiche stabili, quali sono il planetario e l’osservatorio astronomico civici, il museo di Storia naturale con annesso il museo vulcanologico dell’Etna.
La città di Catania è, dunque, in debito con questi suoi tre figli. Nel giugno dello scorso anno, l’associazione “Stelle e Ambiente” inoltrò alla Commissione toponomastica comunale la proposta di intitolazione di una nuova strada o piazza a La Greca, Cucuzza Silvestri e Prestinenza che tanto lustro dettero alla città di Catania nel campo della ricerca e della divulgazione scientifica. Proposta che finora non ha avuto alcun seguito, perché la Commissione non l’ha mai presa in esame per il semplice motivo che da allora non si è mai riunita.
GIUSEPPE SPERLINGA