Stelle e Ambiente

Mese: marzo 2023

CIELO DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2023

IL CIELO DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA

Per convenzione, le stagioni meteorologiche hanno inizio il primo giorno dei mesi in cui si verificano gli equinozi o i solstizi, mentre quelle astronomiche cominciano nei rispettivi giorni equinoziali o solstiziali. Così, il 1° marzo segna l’arrivo della primavera meteorologica, per quella astronomica, invece, bisogna aspettare il giorno dell’equinozio primaverile, che quest’anno cade alle 22.34 di lunedì 20, giorno in cui la durata del dì è uguale a quella della notte, i circoli polari artico e antartico sono equamente divisi dal circolo d’illuminazione, a mezzogiorno il Sole è allo zenit sull’equatore, ha inizio la primavera nell’emisfero boreale e l’autunno in quello australe (per questo motivo sarebbe più corretto definirlo “equinozio di marzo”), il Sole sorge e tramonta rispettivamente a Est e a Ovest e passa per l’intersezione tra il piano dell’equatore celeste e l’eclittica, il cosiddetto “punto d’Ariete”, che in realtà dovrebbe essere rinominato “punto dei Pesci” visto che, dal 12 marzo, la nostra stella diurna transita tra le stelle della costellazione dei Pesci e non più tra quelle dell’Ariete, come accadeva un paio di millenni fa.

La data dell’equinozio di primavera non è fissa, ma oscilla nei giorni 19, 20 e 21 marzo. Premesso che negli ultimi due secoli l’equinozio primaverile è caduto sempre il 20 o il 21 e che il 19 capitò per quindici volte nella seconda metà del Seicento e soltanto cinque alla fine del Settecento, in questo secolo si è verificato il 21 soltanto nel 2003 e nel 2007. Non si tratta di bizzarrie della Natura, perché il moto di rivoluzione della Terra dura 6 ore, 9 minuti e 10 secondi in più dei 365 giorni del nostro calendario. Questo “eccesso” di tempo sarà recuperato nell’anno bisestile (quello con il 29 febbraio) che ha cadenza quadriennale. Per la cronaca, nel primo mezzo secolo di questo millennio, l’equinozio primaverile cadrà il 19 marzo soltanto nel 2044 e nel 2048, il 20 negli altri anni. Per la Chiesa si verifica sempre il 21 marzo ed è importante ai fini del calcolo della data della Pasqua, che quest’anno cade il 9 aprile, ossia la prima domenica successiva al plenilunio del 6 aprile che segue l’equinozio di primavera.

Nell’emisfero boreale, con l’arrivo della primavera, le giornate continueranno ad allungarsi fino al giorno del solstizio estivo (che correttamente si dovrebbe ridefinire “solstizio di giugno” visto che nell’altro emisfero comincia l’inverno), la Natura si risveglia lentamente dopo i rigori climatici invernali e gli astrofili ne approfitteranno per osservare le meraviglie del cielo notturno, che è ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali, Orione in primis, ma sono sempre più spostate verso Ovest, dove si avviano a tramontare il Toro seguito dai Gemelli e dall’Auriga, mentre a oriente sono già apparse la Vergine, il Bovaro (Bootes o Bifolco) con la rossa-arancione Arturo, i Cani da Caccia, la Chioma di Berenice, la Corona Boreale e la testa del Serpente. Allo zenit, spiccano il Leone e l’Orsa Maggiore con l’asterismo del Gran Carro. A Nord-Ovest, vi sono l’inconfondibile “W” di Cassiopea, il Perseo, Andromeda e l’Ariete. Nel cielo settentrionale, l’Orsa Minore con la Polare e Cefeo; a Nord-Est, si vedono già il Cigno con Deneb e la Lira con Vega oltre a Ercole e il Drago. A Sud, invece, il cielo è avaro di stelle luminose nelle poco appariscenti Idra, Macchina Pneumatica, Sestante e Vela.

Mercurio sarà inosservabile, tornerà a essere visibile alla fine del mese al tramonto accanto a Giove; Venere e Giove continueranno a illuminare il cielo occidentale nelle ore serali; a Sud-Ovest, Marte è osservabile nelle ore notturne; Saturno è visibile all’alba; Urano è rintracciabile di sera tra le deboli stelle dell’Ariete, mentre Nettuno non è visibile.

GIUSEPPE SPERLINGA

 

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