Stelle e Ambiente

Il Cielo

CIELO DEL SOLSTIZIO ESTIVO GIUGNO 2023

CIELO DEL SOLSTIZIO ESTIVO GIUGNO 2023

Dopo le bizzarrie di un fresco maggio con temporali, tanta neve dalle Alpi all’Etna e le drammatiche alluvioni in Emilia-Romagna, il 21 giugno, alle 16.58, arriva puntuale il solstizio estivo che astronomicamente segna l’inizio dell’estate. Quel giorno, il Sole passa dalla costellazione del Toro a quella dei Gemelli; i suoi raggi saranno allo zenit al Tropico del Cancro; nell’emisfero boreale avremo il dì più lungo dell’anno con poco più di quindici ore di luce (in Alaska sono ventiquattro perché a quelle latitudini la nostra stella diurna non tramonta e, mantenendosi sempre sopra l’orizzonte, dà luogo al suggestivo fenomeno del “Sole di mezzanotte”) e, di conseguenza, la notte più breve; l’Artico sarà totalmente incluso nel circolo d’illuminazione mentre l’Antartide ne sarà del tutto escluso.

            Nel cielo di giugno saranno tutti osservabili i cinque pianeti visibili a occhio nudo: il minuscolo Mercurio lo rintracceremo molto basso a oriente, prima dell’alba; il luminoso Venere e il rosso Marte domineranno il cielo occidentale nelle ore serali; i giganteschi Giove e Saturno sono osservabili nella parte finale della notte nel cielo orientale. Occorre, invece, l’uso di un telescopio per vedere Urano e Nettuno, prima dell’alba sull’orizzonte orientale. Molto interessanti le congiunzioni, a cominciare da quella, nelle prime ore della notte del 2 giugno, tra Marte e il brillante ammasso stellare aperto del Presepe (M 44); tra la Luna all’Ultimo Quarto e Saturno, nella seconda parte della notte tra il 9 e il 10 giugno; tra Venere e il Presepe, la sera del 13 giugno; tra l’esile falce di Luna calante e Giove, prima dell’alba del 14 giugno cui seguirà, due giorni dopo, l’incontro ravvicinato con l’ammasso aperto delle Pleiadi (M 45) che tutti conoscono come le “Sette sorelle”, ma per i siciliani sono la “Puddara” di verghiana memoria, che tradotto vuol dire “chioccia”. Imperdibile, infine, l’allineamento quasi perfetto, la sera del 22 giugno, tra la stella più luminosa del Leone, Regolo (“Piccolo Re”), la piccola falce di Luna crescente, Marte, Venere e l’ammasso stellare del Presepe.

            Le costellazioni tipiche di giugno sono quelle di Ercole (Eracle, per la mitologia greca) e di Boote (Bovaro o Bifolco) con la luminosa Arturo che campeggiano sopra le nostre teste, allo zenit. Ercole è famoso per le sue celebri dodici fatiche durante le quali uccise il Leone di Nemea e l’Idra di Lerna, un mostro capace di uccidere con il solo respiro e dotato di nove teste che, se recise, ricrescono, con una sola, quella centrale, immortale; il furto di tre mele d’oro del giardino delle Esperidi custodito dal drago Ladone dalle cento teste; la cacciata dei mostruosi uccelli del lago Stinfalo che si nutrivano di carne umana; la cattura del ferocissimo cinghiale di Erimanto; della cerva di Cerinea, che incantava chi la inseguiva;  del toro di Creta che soffiava fuoco dalle narici; delle quattro feroci cavalle di Diomede che si nutrivano di carne umana; della mandria di buoi di Gerione, un gigante con tre teste, tre busti e sei braccia, ma con un solo bacino e due sole gambe; della sottomissione del mostruoso Cerbero, cane mastino gigantesco e sanguinario dotato di tre teste e col corpo ricoperto di serpenti velenosi; il possesso della cintura simbolo di forza e coraggio di Ippolita, la regina delle Amazzoni; la pulizia in un solo giorno delle stalle di Augia, re dell’Elide, nel Peloponneso.

            Nel cielo di Sud-Est, spicca lo Scorpione con la supergigante rossa Antares; alla sua destra vi è l’unico oggetto inanimato dello Zodiaco, la Bilancia, mentre alla sua sinistra ha già fatto capolino il Sagittario, che è pronto a scoccare le sue sagitte contro il velenoso aracnide che uccise il gigante Orione. Tra lo Scorpione e il Sagittario vi è Ofiuco, la tredicesima costellazione stoltamente dimenticata dagli astrologi, Dalla parte opposta, a Ovest, si avviano a tramontare la Vergine con la luminosa Spica e il Leone. Il cielo settentrionale, infine, è caratterizzato dalle due Orse, con l’Orsa Maggiore a Nord-Ovest e Cassiopea e Cefeo dal lato opposto.

GIUSEPPE SPERLINGA

CIELO GIUGNO2023 LA SICILIA 7GIUGNO2023 DUEMILA ANNI FA ERATOSTENE SOLE MEZZANOTTE SOLSTIZI IN ANTICO SOLSTIZIO ESTIVO 2023 SOLSTIZIO

ECLISSI PARZIALE DI PENOMBRA DI LUNA E PIOGGIA DI METEORITI NEL CIELO DI MAGGIO 2023

Il quotidiano La Sicilia di oggi, giovedì 4 maggio 2023, pubblica a pag. 13, la consueta rubrica mensile di divulgazione astronomica sul cielo del mese a firma di chi scrive, ma ideata e curata dalla metà degli Sessanta del secolo scorso fino al mese di settembre 2012 dal compianto giornalista e astrofilo Luigi Prestinenza.
Buona lettura e cieli sereni a tutti!
G. Spe.
ECLISSI PARZIALE DI PENOMBRA DI LUNA E PIOGGIA DI METEORITI NEL CIELO DI MAGGIO 2023
Dopo la spettacolare eclissi solare ibrida totale-anulare dello scorso 20 aprile (non visibile dall’Europa), arriva la prima delle due eclissi di Luna dell’anno (l’altra avverrà il prossimo 28 ottobre) e si verificherà nel tardo pomeriggio di venerdì 5 maggio. Si tratta di un’eclissi parziale lunare di sola penombra e, purtroppo, sarà visibile dall’Italia nelle sole fasi finali. Sarà, perciò, una eclissi poco appariscente, perché l’argenteo satellite terrestre attraverserà quasi interamente il cono penombrale proiettato dal nostro pianeta e la sua luminosità subirà una riduzione appena percepibile dai nostri occhi. Nuvole permettendo, il fenomeno celeste avrà inizio alle 17.14, quando la Luna non si è ancora levata. Il massimo dell’eclissi avverrà alle 19.23, ma non la vedremo perché il nostro satellite sarà ancora sotto il piano dell’orizzonte; sorgerà, infatti, alle 19.51, ma i bagliori del Sole al tramonto ne impediranno la visione. Dovremo attendere almeno le 21 per poter apprezzare il calo della luminosità del disco lunare, con la Luna ancora bassa sull’orizzonte che si avvia a uscire dal cono di penombra terrestre e alle 21.32 ne sarà del tutto fuori.
In maggio, il piccolo ed elusivo Mercurio e i giganti gassosi Giove e Saturno brilleranno a oriente prima del sorgere del Sole. Venere e Marte, invece, saranno nel cielo occidentale nelle ore serali. Il minuscolo Mercurio sarà osservabile a Est, prima del sorgere del Sole, nella seconda parte del mese, basso sull’orizzonte. Sempre a oriente e prima dell’alba ci saranno i due giganti gassosi Giove e Saturno. Il luminoso Venere e il pianeta rosso Marte saranno visibili a Ovest: il primo per tutto il mese e tramonta quasi quattro ore dopo il Sole, il secondo brillerà per tutta la serata e la prima parte della notte. Infine, Urano non sarà visibile perché in congiunzione col Sole, mentre Nettuno sarà osservabile al telescopio nella seconda parte della notte fino al sorgere del Sole.
Nelle ultime ore della notte tra il 6 e il 7 il cielo sarà solcato dalle effimere scie luminose lasciate da una pioggia di meteore (si stima di una sessantina all’ora): sono le Eta Aquaridi, uno dei due sciami meteorici originatisi dai detriti della cometa di Halley, la cui visione è resa difficile dalla bassa altezza del radiante e dal fatto che appaiono poco prima del sorgere del Sole. Coloro che si alzano prima dell’alba, potranno consolarsi ammirando, il 13 maggio, nel cielo orientale, la congiunzione tra la Luna all’ultimo quarto e Saturno e, il 17, assai bassi sull’orizzonte, il sottilissimo falcetto lunare accanto a Giove. La sera del 23, dalla parte di cielo opposta, l’esile falce di Luna crescente incontra Venere, Marte e le due stelle più luminose della costellazione dei Gemelli, Polluce e Castore, La sera dopo, il 24, l’esile falce lunare sarà in congiunzione con Marte e l’ammasso stellare aperto del Presepe, il brillante grumo di stelle nella costellazione del Cancro che Tolomeo definì “la massa nebulosa nel seno del Cancro” e che fu il primo oggetto che Galileo osservò con il suo cannocchiale.
Rapido sguardo alle costellazioni. Nel cielo meridionale campeggiano il Leone con Regolo e la Vergine con Spica. Secondo la mitologia greca, il felino è il Leone Nemeo che fu soffocato da Eracle in una delle sue dodici fatiche, mentre la Vergine era la dea della Giustizia. A oriente, ecco apparire l’Aquila con Altair, la stella bianca che forma uno dei vertici dell’asterismo del Triangolo Estivo (gli altri due sono formati da Deneb del Cigno e Vega della Lira) preceduta dalla costellazione di Ercole. Nel cielo settentrionale spiccano Andromeda, Cassiopea, Cefeo, Perseo e, ovviamente, l’Orsa Minore con la Polare. A Ovest, si avviano a tramontare il Cancro, i Gemelli, il Cane Minore con Procione e l’Auriga con Capella, che è la sesta stella più luminosa del cielo notturno nonché la terza stella più brillante dell’emisfero celeste boreale, dopo Arturo e Vega. Allo zenit, infine, troviamo Boote (Bifolco o Bovaro) con la luminosa Arturo e continua il periodo di visibilità ottimale dell’Orsa Maggiore.
GIUSEPPE SPERLINGA
CIELO MAGGIO LA SICILIA 4MAGGIO2023 eclipse-2023-05-05 ECLISSI DI LUNA SCHEMA (1) ECLISSI DI LUNA SCHEMA (2) ECLISSI DI LUNA SCHEMA (3) ECLISSI PARZIALE LUNARE PENOMBRALE 5MAGGIO2023 CATANIA ECLISSI PARZIALE LUNARE PENOMBRALE 5MAGGIO2023 PORTOGRUARO ETA AQUARIDI

CIELO DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA 2023

IL CIELO DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA

Per convenzione, le stagioni meteorologiche hanno inizio il primo giorno dei mesi in cui si verificano gli equinozi o i solstizi, mentre quelle astronomiche cominciano nei rispettivi giorni equinoziali o solstiziali. Così, il 1° marzo segna l’arrivo della primavera meteorologica, per quella astronomica, invece, bisogna aspettare il giorno dell’equinozio primaverile, che quest’anno cade alle 22.34 di lunedì 20, giorno in cui la durata del dì è uguale a quella della notte, i circoli polari artico e antartico sono equamente divisi dal circolo d’illuminazione, a mezzogiorno il Sole è allo zenit sull’equatore, ha inizio la primavera nell’emisfero boreale e l’autunno in quello australe (per questo motivo sarebbe più corretto definirlo “equinozio di marzo”), il Sole sorge e tramonta rispettivamente a Est e a Ovest e passa per l’intersezione tra il piano dell’equatore celeste e l’eclittica, il cosiddetto “punto d’Ariete”, che in realtà dovrebbe essere rinominato “punto dei Pesci” visto che, dal 12 marzo, la nostra stella diurna transita tra le stelle della costellazione dei Pesci e non più tra quelle dell’Ariete, come accadeva un paio di millenni fa.

La data dell’equinozio di primavera non è fissa, ma oscilla nei giorni 19, 20 e 21 marzo. Premesso che negli ultimi due secoli l’equinozio primaverile è caduto sempre il 20 o il 21 e che il 19 capitò per quindici volte nella seconda metà del Seicento e soltanto cinque alla fine del Settecento, in questo secolo si è verificato il 21 soltanto nel 2003 e nel 2007. Non si tratta di bizzarrie della Natura, perché il moto di rivoluzione della Terra dura 6 ore, 9 minuti e 10 secondi in più dei 365 giorni del nostro calendario. Questo “eccesso” di tempo sarà recuperato nell’anno bisestile (quello con il 29 febbraio) che ha cadenza quadriennale. Per la cronaca, nel primo mezzo secolo di questo millennio, l’equinozio primaverile cadrà il 19 marzo soltanto nel 2044 e nel 2048, il 20 negli altri anni. Per la Chiesa si verifica sempre il 21 marzo ed è importante ai fini del calcolo della data della Pasqua, che quest’anno cade il 9 aprile, ossia la prima domenica successiva al plenilunio del 6 aprile che segue l’equinozio di primavera.

Nell’emisfero boreale, con l’arrivo della primavera, le giornate continueranno ad allungarsi fino al giorno del solstizio estivo (che correttamente si dovrebbe ridefinire “solstizio di giugno” visto che nell’altro emisfero comincia l’inverno), la Natura si risveglia lentamente dopo i rigori climatici invernali e gli astrofili ne approfitteranno per osservare le meraviglie del cielo notturno, che è ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali, Orione in primis, ma sono sempre più spostate verso Ovest, dove si avviano a tramontare il Toro seguito dai Gemelli e dall’Auriga, mentre a oriente sono già apparse la Vergine, il Bovaro (Bootes o Bifolco) con la rossa-arancione Arturo, i Cani da Caccia, la Chioma di Berenice, la Corona Boreale e la testa del Serpente. Allo zenit, spiccano il Leone e l’Orsa Maggiore con l’asterismo del Gran Carro. A Nord-Ovest, vi sono l’inconfondibile “W” di Cassiopea, il Perseo, Andromeda e l’Ariete. Nel cielo settentrionale, l’Orsa Minore con la Polare e Cefeo; a Nord-Est, si vedono già il Cigno con Deneb e la Lira con Vega oltre a Ercole e il Drago. A Sud, invece, il cielo è avaro di stelle luminose nelle poco appariscenti Idra, Macchina Pneumatica, Sestante e Vela.

Mercurio sarà inosservabile, tornerà a essere visibile alla fine del mese al tramonto accanto a Giove; Venere e Giove continueranno a illuminare il cielo occidentale nelle ore serali; a Sud-Ovest, Marte è osservabile nelle ore notturne; Saturno è visibile all’alba; Urano è rintracciabile di sera tra le deboli stelle dell’Ariete, mentre Nettuno non è visibile.

GIUSEPPE SPERLINGA

 

1 CIELO MARZO2023 LA SICILIA 11MARZO2023 2 EQUINOZI (1) 2 EQUINOZI (2) 2 EQUINOZI (3) 3 PASQUA 4 LEONE (1) 4 LEONE (2) 5 TORO (1) 5 TORO (2) 5 TORO (3) 5 TORO (4) 5 TORO (5) 6 INDIVIDUARE STELLA POLARE

UN BELLISSIMO NOVEMBRE ASTRONOMICO

Quello di novembre è un cielo ricco di eventi astronomici, dalle cinque fasi lunari alle “stelle cadenti” delle Tauridi e delle Leonidi, dalle congiunzioni Luna-pianeti-Pleiadi alle costellazioni tipicamente autunnali.
Insomma, se le nuvole ci saranno amiche e staranno alla larga, sarà un bellissimo novembre astronomico da non perdere, sera per sera ci offrirà qualcosa da osservare a occhio nudo o con un piccolo binocolo e/o telescopio.
Il quotidiano “La Sicilia” di oggi, mercoledì 2 novembre 2022, pubblica la consueta rubrica mensile del cielo, a firma di chi scrive, dedicata ai fenomeni astronomici del cielo novembrino. Ricordo che quella del cielo è la rubrica più longeva del quotidiano catanese essendo stata ideata e curata agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso dal giornalista e astrofilo Luigi Prestinenza, scomparso all’età di 83 anni nel settembre 2012.
E’ doveroso citare che la foto al centro dell’articolo è di Giovanni Lombardo, poliziotto e astrofilo catanese trapiantato a Bari, nonché mio ex allievo liceale, cui vanno i miei complimenti per la bella immagine di Giove. Le altre immagini sono tratte dal sito dell’Unione Astrofili Italiani (www.uai.it) e internet.
Giuseppe Sperlinga

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CINQUE FASI LUNARI NEL CIELO DI NOVEMBRE

Dal punto di vista astronomico, parafrasando il celebre romanzo di Ercole Patti, sarà un bellissimo novembre. La Luna, per la seconda volta quest’anno (la prima è stata in aprile), mostrerà cinque fasi: inizia e chiude il mese con il Primo Quarto, poi avremo il Plenilunio l’8, l’Ultimo Quarto il 16 e il Novilunio il 23. L’8 ci sarà un’eclissi totale di Luna, ma non sarà visibile dall’Italia.

Il cielo notturno novembrino farà faville, nel senso che sarà solcato da diversi sciami meteorici, le cosiddette “stelle cadenti”: il 6, alle 18, avremo la massima attività delle Tauridi meridionali, mentre il picco delle Tauridi settentrionali si avrà alle 17.30 del 12. Entrambi gli sciami sono originati dalla cometa 2P/Encke e prendono il nome dal loro radiante (il punto del cielo da cui sembrano provenire) che si trova nella costellazione del Toro. Ma il vero spettacolo pirotecnico del cielo notturno sarà assicurato, tra il 17 e il 19 novembre, con 10-15 meteore ogni ora, dallo sciame delle Leonidi, originatosi dai detriti della cometa 55P/Tempel-Tuttle. Questi frammenti cometari, penetrando nell’atmosfera terrestre alla velocità di 72 km/s, vaporizzano e lasciano la bella scia luminosa, alla cui visione affidiamo i nostri desideri, che con i tempi che corrono sono davvero tanti. Si chiamano Leonidi perché il loro radiante è situato nella “falce” della costellazione del Leone.

            Il 23 novembre, il Sole passa dalla costellazione della Bilancia a quella dello Scorpione, dove vi rimarrà per soli sette giorni, perché il 30 entra nell’Ofiuco (la tredicesima costellazione zodiacale ignorata dagli astrologi) e vi rimarrà fino al 17 dicembre: coloro che sono nati in questi 18 giorni continueranno a leggere l’oroscopo di un altro, ammesso e non concesso che astri lontanissimi tra essi e da noi, uniti dalla fantasia umana, possano influire sul futuro di un individuo.

Rapido sguardo ai pianeti. Mercurio sarà inosservabile perché in congiunzione con il Sole, lo rivedremo alla fine del mese poco dopo il tramonto del Sole, molto basso sull’orizzonte occidentale, dove tramonta insieme con Venere. A dominare il cielo notturno nell’orizzonte meridionale saranno il pianeta rosso Marte, il gigantesco Giove, il vero Signore degli anelli, Saturno, e gli altri due pianeti gassosi Urano e Nettuno. Tra le congiunzioni della Luna segnaliamo l’1 l’incontro ravvicinato con Saturno tra le stelle della costellazione del Capricorno; il 4 con Giove nella costellazione dei Pesci; il 9 con l’ammasso aperto delle Pleiadi e la stella gigante arancione Aldebaran della costellazione del Toro; l’11 novembre con Marte; il 29 ancora con Saturno.  

            Nel cielo orientale sono già apparse le costellazioni invernali: il Toro, i Gemelli, l’Auriga, il Cancro, il Leone e, a Sud-Est, il gigante Orione con i fedeli Sirio del Cane Maggiore e Procione del Cane Minore. Dalla parte opposta, a Nord-Ovest, si avviano a lasciare la scena celeste Ercole e il Triangolo Estivo, ai cui vertici brillano Altair dell’Aquila, Vega della Lira e Deneb del Cigno; a Sud-Ovest, il Capricorno e l’Acquario. Da Est a Ovest, passando per lo Zenit, un cielo buio ci offrirà la spettacolare visione della Via Lattea, la nostra galassia. Nel cielo settentrionale spiccano le due Orse, il Bovaro (Boote), il Dragone e la coppia regale formata dalla regina Cassiopea e dal re Cefeo. Nel cielo meridionale, infine, si notano i Pesci, l’Ariete, il Perseo, Andromeda e Pegaso.

                                                                                   GIUSEPPE SPERLINGA

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ECLISSI PARZIALE DI SOLE E PIOGGIA DI STELLE CADENTI NEL CIELO AUTUNNALE DI OTTOBRE

ECLISSI PARZIALE DI SOLE E PIOGGIA DI STELLE CADENTI NEL CIELO AUTUNNALE DI OTTOBRE

Ottobre sarà un mese ricco di avvenimenti celesti. L’evento il più atteso è l’eclissi parziale di Sole di martedì 25: la Luna sarà nuova e si troverà nel nodo di congiunzione, si troverà in linea tra la Terra e la nostra stella diurna. Sperando nella collaborazione delle condizioni meteorologiche, potremo assistere a questo suggestivo fenomeno dalle 11.20 in poi e sarà ben visibile dalla nostra penisola. Ne riparleremo a suo tempo in maniera dettagliata. Nel frattempo dotiamoci di vetri da saldatore con indice di protezione pari o superiore a 14 acquistabili nei negozi di ferramenta oppure degli speciali occhialini in “mylar” (filtri composti da due strati sottili di polietilentereftalato separati da un foglietto di alluminio per impedire ai raggi solari di danneggiare la retina) facilmente reperibili nei negozi di ottica oppure on line. Ovviamente, pure gli strumenti di osservazione dovranno essere dotati di appositi filtri. Si raccomanda di non guardare mai direttamente il Sole, né a occhio nudo, né – peggio – con binocoli o telescopi, perché può causare danni irreversibili alla retina e persino la cecità. Da escludere assolutamente l’uso di occhiali scuri da Sole, vetri affumicati fai da te, di code di vecchie pellicole fotografiche e di lastre radiografiche.

 Nel corso del mese, l’osservazione di Saturno e Giove sarà ancora ottimale, con la Luna che li incontrerà nelle sere tra il 5 e l’8, mentre prima dell’alba del 15 ci sarà la congiunzione con il pianeta rosso, Marte. Due gli sciami meteorici di rilievo nel cielo di ottobre: le Draconidi, tra l’8 e il 9, con radiante (il punto dal quale sembrano provenire le scie luminose) nella testa della costellazione del Drago, e le Orionidi, tra il 20 e il 23, le stelle con radiante nei pressi della costellazione di Orione.

Nel cielo astronomico di ottobre il Triangolo Estivo è ancora visibile in prima serata, Sagittario e Capricorno si avviano a tramontare verso ovest, oltre il quale si è già tuffato lo Scorpione, l’uccisore del grande cacciatore Orione, la cui costellazione comincia a far capolino nel cielo orientale insieme con l’Ariete e il Toro con Aldebaran. Nel cielo meridionale si notano le poco appariscenti costellazioni dell’Acquario e dei Pesci, mentre in quello settentrionale ruotano attorno alla Polare le costellazioni circumpolari, vale a dire l’Orsa Maggiore, Cefeo, Cassiopea con la bella nebulosa Cuore (nella foto di Franco Traviglia), Drago, Giraffa e Lince. Nel cielo di Nord-Est ci sono i Gemelli, l’Auriga con la luminosa Capella e il Perseo con il Doppio Ammasso Xi e Chi Persei e la Nebulosa California. Allo zenit, spicca la costellazione di Andromeda con l’omonima galassia M31 (nella foto di Franco Traviglia) l’unica visibile a occhio nudo e, nei pressi, noteremo la coppia regale Cefeo e Cassiopea e il cavallo alato Pegaso. A Nord-Ovest, infine, il Bovaro (Boote o Bifolco) ed Ercole.

I pianeti. Il piccolo Mercurio sarà visibile tra le stelle della Vergine prima dell’alba fino a metà del mese, poi si avvicina sempre più al Sole col quale sarà in congiunzione nel mese di novembre. Il luminoso Venere sarà visibile tra le stelle della Vergine (alla fine del mese passa nella Bilancia) all’alba fino al 2. Marte lo vedremo in seconda serata per gran parte della notte tra le stelle del Toro, ma a fine mese il pianeta rosso sorgerà dopo il tramonto per a notte fonda; il 30 invertirà il suo moto apparente da diretto a retrogrado e apparirà in cielo stazionario. Giove continuerà a essere visibile per tutta la notte proiettato tra le stelle dei Pesci. Saturno si vedrà per gran parte della notte nel Capricorno. Urano e Nettuno, infine, saranno visibili per tutta la notte, il primo nella costellazione dell’Ariete, il secondo in quella dell’Acquario.

Il dì continua ad accorciarsi e avrà la minima durata il 21 dicembre, giorno del solstizio invernale. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 torneremo all’ora solare spostando indietro di un’ora le lancette dell’orologio. Sarà l’ultima volta di questo stucchevole “balletto delle lancette” cui siamo sottoposti, ininterrottamente, sin dal 1966? Ancora non è dato sapere. È certo che, oggi più che in passato, è prepotentemente balzata alla ribalta l’idea di mantenere per sempre l’ora legale tutto l’anno che ci consentirebbe di risparmiare energia.

                                                                                   GIUSEPPE SPERLINGA

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Il quotidiano “La Sicilia” di oggi, martedì 30 agosto 2022, pubblica la consueta rubrica dedicata alla divulgazione astronomica a firma di chi scrive.
Ecco, qui di seguito, il testo integrale dell’articolo che ha dovuto subire un piccolo taglio per esigenze di spazio.
Buona lettura!
G.S.
PEGASO, IL CAVALLO ALATO CHE GALOPPA NEL CIELO DELL’EQUINOZIO AUTUNNALE
Il 4 settembre ricorre il decimo anniversario della scomparsa del giornalista e astrofilo Luigi Prestinenza. Gli anni passano, ma il ricordo di Prestinenza, che firmava questa rubrica con lo pseudonimo “Scrutator”, è sempre vivo, perché fu un uomo che amò la Cultura e, per una quarantina d’anni, divulgò l’Astronomia nelle scuole e tra la gente con corsi, seminari, conferenze e serate astronomiche con l’uso di telescopi.
In settembre, il periodo d’illuminazione (il dì) continuerà ad accorciarsi fino al giorno dell’equinozio d’autunno, che quest’anno cade alle 3,04 di venerdì 23, giorno in cui avrà la stessa durata di quello di oscurità (la notte). Il Sole sorgerà e tramonterà rispettivamente a Est e a Ovest, a mezzogiorno sarà allo zenit sull’Equatore e passerà per il “Punto omega o punto della Bilancia” (l’intersezione tra il piano dell’equatore celeste e quello dell’orbita terrestre), il circolo di illuminazione divide in parti uguali i due poli Nord e Sud, ha inizio l’autunno nell’emisfero boreale e la primavera in quello australe.
A occidente, le costellazioni estive di Ercole, Lira, Ofiuco, Aquila e Sagittario si avviano lasciare la scena celeste a quelle autunnali di Andromeda, Ariete, Pesci e Toro, già apparse sull’orizzonte orientale. Alte nel cielo, sopra le nostre teste, continuano a dominare le costellazioni del Cigno (la “Croce del Nord”) con la supergigante bianca Deneb (in arabo significa “coda”) una stella sessantamila volte più luminosa del nostro Sole, di Cefeo (riconoscibile per la sua forma a casetta) e della minuscola e poco appariscente Lucertola. Volgendo lo sguardo verso Sud, spiccano l’Acquario, Capricorno, Delfino, Cavallino, Gru e Microscopio. Dalla parte opposta, verso Nord-Est, si riconosce la “W” di Cassiopea, l’Auriga con la brillante Capella (la capretta Amaltea, nutrice dell’infante Zeus sul monte Ida), a Nord vi sono le due Orse Maggiore e Minore, a Nord-Ovest il Bifolco (Boote o Bovaro) con i Cani da Caccia e il Drago. Ma la vera protagonista del cielo settembrino è la costellazione di Pegaso, il cavallo alato che a briglia sciolta galoppa tra le stelle del cielo dell’equinozio autunnale. È facile da individuare, alto a Sud-Est, con il celebre asterismo “Quadrato di Pegaso”, in un vertice del quale vi è una stella della vicina costellazione di Andromeda. Nella mitologia classica, Pegaso era un cavallo alato nato dal sangue della Medusa, una delle tre Gorgoni (le altre due erano Steno ed Euriale) che avevano il potere di pietrificare chiunque le avesse guardate negli occhi. Perseo, dopo aver decapitato Medusa eludendone lo sguardo attraverso il suo scudo, in groppa al destriero celeste riuscì a liberare la bella Andromeda che, legata a uno scoglio, stava per essere divorata dall’orribile mostro marino Cetus. Pegaso fu determinante pure nell’impresa di Bellerofonte (l’uccisore del re di Corinto, Bellero) contro la Chimera, leggendario mostro che aveva il corpo di capra, la coda di drago, la testa di leone e dalle sue fauci sputava fuoco.
I pianeti. Mercurio è visibile, a Ovest, dopo il tramonto, fino alla prima metà del mese. Venere è, invece, osservabile a Est, prima del sorgere del Sole, mentre Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono visibili nelle ore notturne. Tra le congiunzioni di questo mese, vale la pena perdere qualche ora di sonno o fare una levataccia mattutina per osservare alle 4.45 di lunedì 5 il “bacio” tra Venere e Regolo (il “Piccolo Re”, secondo Copernico), la stella più luminosa della costellazione del Leone che, in realtà, non è un singolo astro, ma un sistema quadruplo formato da due coppie di stelle che ruotano l’una intorno all’altra; alle 2 di venerdì 9, l’incontro ravvicinato tra Marte e Aldebaran, la stella gigante arancione più luminosa della costellazione del Toro; all’1.35 di sabato 17, infine, il “balletto” tra la Luna all’ultimo quarto, il pianeta rosso Marte e l’occhio rossastro del Toro, Aldebaran.
GIUSEPPE SPERLINGA
CIELO DI SETTEMBRE2022 LA SICILIA 30AGOSTO 2022 JOHANNES HEVELIUS URANOGRAPHIA PEGASO

CIELO DI GIUGNO 2022 E RICORDO DI MARGHERITA HACK E LUIGI PRESTINENZA

Dedico l’articolo sul cielo di giugno, pubblicato sul quotidiano “La Sicilia” di mercoledì 8 giugno 2022, alla memoria della grande indimenticabile astrofisica e divulgatrice scientifica Margherita Hack, della quale il 12 giugno ricorre il centenario della nascita.
Scomparsa nove anni fa, Margherita Hack fu la prima donna a dirigere un Osservatorio astronomico italiano, quello di Trieste. L’Inaf l’ha ricordata ieri, 7 giugno, con una diretta su YouTube intitolata “Il cielo di Margherita Hack”.
Una fraterna amicizia la legò al giornalista e astrofilo Luigi Prestinenza (ideatore e curatore della rubrica “Il cielo del mese” per oltre mezzo secolo). Margherita Hack firmò le prefazioni delle due fatiche letterarie di divulgazione astronomica di Prestinenza: “Marte tra storia e leggenda” (Utet, 2004) e “La scoperta dei pianeti. Da Galileo alle sonde spaziali” (Gremese, 2007). In quest’ultimo volume ho avuto il privilegio di collaborare sia curando gli inserti di approfondimento su “Titius-Bode: legge o coincidenza?”, “Eratostene di Cirene” e “Il pendolo di Jean Richer e lo schiacciamento polare terrestre”, sia con la revisione del testo.
Giuseppe Sperlinga
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CINQUE PIANETI ALLINEATI NEL CIELO DEL SOLSTIZIO ESTIVO

Sono due le principali attrazioni celesti di giugno: lo show dei cinque pianeti visibili a occhio nudo allineati nel cielo orientale prima dell’alba e il solstizio d’estate. Il solstizio estivo quest’anno cade martedì 21, giorno in cui ha inizio l’estate astronomica (quella meteorologica comincia l’1 del mese) nell’emisfero boreale. L’Artide sarà interamente inclusa nel circolo d’illuminazione, dove si avranno sei mesi di luce e il Sole non va al di sotto dell’orizzonte (il cosiddetto “Sole di mezzanotte”), mentre l’Antartide ne sarà totalmente escluso (sei mesi di oscurità). Quel giorno, al mezzogiorno dell’ora solare (in Italia, alle 13 perché vige l’ora legale), la nostra stella diurna raggiunge il punto di massima elevazione sull’orizzonte, altezza che ovviamente dipende dalla latitudine del luogo: a Milano è di 68°, a Roma di 71°30’, a Catania supera i 75°. Solstizio significa “Sole stazionario”, perché in questo momento astronomico il Sole sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto fino al 24 giugno (per quello invernale il 25 dicembre), quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull’orizzonte (a nord per quello invernale): il Sole comincia a calare e causa la graduale riduzione della durata del periodo d’illuminazione (il dì) e l’allungamento di quello di oscurità (la notte). Nell’antichità, i solstizi erano festeggiati dai popoli pagani, fin quando la religione cristiana si premurò di incorporarne le date sovrapponendovi solenni celebrazioni: il solstizio invernale fu sostituito dal Natale e quello d’estate dalla festa di San Giovanni (24 giugno). In altre parole, feste originariamente pagane basate sull’antica osservazione del moto apparente del Sole si sono fuse con la tradizione cristiana.

Nel cielo di giugno sono già apparse le costellazioni che domineranno il firmamento per tutta l’estate. Procedendo da est, noteremo l’Acquario, l’Aquila con Altair, il Cigno con Deneb e la Lira con Vega (le tre luminose stelle citate formano l’asterismo del “Triangolo estivo” che per tutta la bella stagione campeggerà sopra le nostre teste. A sud-est, vi sono il Capricorno, l’Ofiuco e il Sagittario. Nel cielo meridionale spiccheranno la Bilancia, il Centauro e lo Scorpione con Antares, che per la sua colorazione rossa rivaleggia con il pianeta rosso, Marte (Ares, per i Greci). A ovest, si avviano a lasciare la scena celeste la Vergine con Spica, il Leone con Regolo, il Cancro e i Gemelli con Castore e Polluce. Allo zenit, giganteggiano il Boote (Bifolco o Bovaro) con Arturo e la costellazione di Ercole con il celebre ammasso globulare M13.

Il fiore all’occhiello del cielo di giugno, però, sarà lo spettacolare allineamento, nell’orizzonte orientale, prima dell’alba, di Mercurio, Venere, Marte e Giove, cui s’aggiungerà, dal 19 al 27, Saturno. Urano sorge prima del Sole nell’Ariete e Nettuno fa la sua apparizione a tarda notte nei Pesci.

GIUSEPPE SPERLINGA

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DANZE PLANETARIE NEL CIELO MATTUTINO DI MARZO 2022

Il quotidiano “La Sicilia” di oggi, 1° marzo 2022, pubblica la consueta rubrica mensile di divulgazione astronomica dedicata al cielo di marzo, il mese dell’equinozio primaverile.
La tirannia dello spazio ha imposto il taglio degli ultimi due paragrafi dell’articolo a firma di chi scrive.
Per coloro che fossero interessati alla lettura, ecco qui di seguito il testo integrale.
Buona lettura!
G.S.
(La foto delle Pleiadi è dell’ottimo amico ed eccellente astrofotografo Franco Traviglia, cui vanno i miei auguri per una pronta guarigione e ritorno alla fotografia astronomica in quel di Scordia.)
 
DANZE PLANETARIE MATTUTINE NEL CIELO DI MARZO 2022
Quest’anno l’equinozio primaverile cade domenica 20 marzo, alle 16.33. Quel giorno, il dì avrà la stessa durata della notte ovunque; a mezzogiorno, il Sole sarà allo zenit sull’equatore; avrà inizio la primavera nell’emisfero boreale e l’autunno in quello australe; i Poli terrestri saranno tagliati in due parti uguali dal circolo d’illuminazione; il Sole sorgerà e tramonterà, rispettivamente, a Est e a Ovest e si troverà nel “Punto gamma o d’Ariete”, così detto perché, duemila anni fa, era proiettato tra le stelle della costellazione omonima, oggi non più: a causa della precessione degli equinozi, la nostra stella diurna transita tra le stelle dei Pesci. Per i Cristiani, la data dell’equinozio primaverile è importante ai fini del calcolo della data della Pasqua, che cade la prima domenica (17 aprile) successiva al plenilunio (16 aprile) che segue l’equinozio di primavera.
Quello di marzo è un cielo diviso a metà: a occidente, sono ancora presenti le costellazioni invernali con il Toro con la rossa Aldebaran, i Gemelli con Castore e Polluce, Orione con il fedele Sirio del Cane Maggiore; dalla parte opposta, nell’orizzonte orientale, ha già fatto la sua apparizione la Vergine con la splendente Spica. Nel cielo meridionale, campeggia l’inconfondibile silhouette del Leone, la costellazione che annuncia l’arrivo della primavera. La stella più luminosa è Regolo (il Piccolo Re, come la chiamò il celebre astronomo polacco Niccolò Copernico), ma in realtà è un sistema formato da due coppie di stelle che orbitano l’una intorno all’altra. Nella mitologia greca, è il leone che nella città di Nemea distruggeva ogni cosa e uccideva chiunque incontrasse. Ercole, dopo averlo strangolato in una delle sue dodici fatiche, si rivestì della sua pelle e utilizzò la testa come elmo. A questa costellazione è legato il termine “Solleone”, il cui significato non è, come si crede, riferito al caldo particolarmente intenso in estate, ma al fatto che il Sole transita tra le stelle della costellazione del Leone. A Nord-Ovest, troviamo la caratteristica “W” della vanitosa regina Cassiopea e, tra questa e il Toro, vi è la costellazione del Perseo. A Nord-Est, proprio sotto l’Orsa Maggiore e a sinistra della Vergine, ecco spuntare la costellazione a forma di aquilone del Bootes (Bovaro o Bifolco) con la luminosa Arturo, che con Denebola e Spica forma l’asterismo del “Triangolo di Primavera”.
Chi ama alzarsi prima dell’alba, avrà modo di osservare quattro dei cinque pianeti visibili a occhio nudo: Mercurio (fino al13), Venere, Marte e Saturno, cui s’aggiungerà dal 26, pure Giove, tutti nell’orizzonte orientale. Urano sarà osservabile, con un telescopio, in prima serata a Ovest, nella costellazione dell’Ariete, mentre Nettuno sarà invisibile essendo, il 13, in congiunzione col Sole, tornerà a essere osservabile alla fine del mese, nel cielo orientale tra le stelle della costellazione dell’Acquario. Da non perdere le congiunzioni mattutine tra Venere e Marte (ore 5 dell’11) e la danza celeste della Luna con Marte, Venere e Saturno (alle 4.45 del 28) e quella serale tra la Luna quasi al primo quarto e le Pleiadi (alle 20 dell’8).
Venerdì 11 marzo, torna l’annuale appuntamento con “M’illumino di meno”, l’iniziativa di Caterpillar, la trasmissione di Rai Radio2, che quest’anno giunge alla diciottesima edizione. Stavolta, Caterpillar, punta sul ruolo propositivo e trasformativo della bicicletta e delle piante, e inviterà cittadini e amministrazioni comunali di tutt’Italia sia allo spegnimento simbolico delle luci di case, edifici pubblici, piazze, monumenti, sia a pedalare e a piantare alberi per sensibilizzare tutti al risparmio energetico e a riscoprire il cielo notturno ormai reso invisibile dal riverbero delle troppe luci cittadine, molte delle quali inutilmente rivolte verso l’alto.
L’ora legale, infine, entrerà in vigore alle 2 di domenica 27 marzo fino alle 3 di domenica 30 ottobre. L’Italia porterà avanti di sessanta minuti le lancette dell’orologio, un’operazione che finora ci ha permesso di risparmiare svariati miliardi di euro. Sarà l’ultima volta? Ancora non è dato sapere.
GIUSEPPE SPERLINGA
 
CIELO MARZO 2022 LA SICILIA 1MARZO2022 PLEIADI FOTO FRANCO TRAVIGLIA

CIELO FEBBRAIO DOMINATO DAI DIOSCURI CASTORE E POLLUCE

CIELO FEBBRAIO DOMINATO DAI DIOSCURI CASTORE E POLLUCE

Nel cielo delle fredde notti di febbraio continua la lenta sfilata celeste delle costellazioni invernali, che continuano a spostarsi a occidente e che presto lasceranno la scena a quelle primaverili, le quali hanno già fatto capolino sul versante opposto del firmamento. La volta celeste è ancora dominata dall’imponente costellazione di Orione, il grande cacciatore citato da Giuseppe Parini nell’incipit di una delle sue più note odi, “La Caduta”: “Quando Orion dal cielo/declinando imperversa/e pioggia e nevi e gelo/sopra la terra ottenebrata versa”. Si continua a favoleggiare sul presunto identico allineamento delle tre piramidi di Giza, quelle dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino, con quello delle tre stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka che formano la cintura di Orione. È stato dimostrato che tale correlazione attualmente non sussiste né sussisteva all’epoca della costruzione delle piramidi, avvenuta nel 2.450 a.C. L’esatta corrispondenza si sarebbe verificata nel 12.000 a.C. La costellazione tipica di febbraio, però, è quella dei Gemelli, dedicata ai Dioscuri Castore e Polluce, figli di Leda e di Zeus, che ingannò la regina di Sparta sotto forma di cigno. In realtà, i due astri sono gemelli… diversi. Anzitutto perché, pur sembrando vicine nel cielo, distano una decina di anni luce tra esse e non hanno alcun legame fisico. Inoltre, Castore è di colore bianco e non è una singola stella come la più luminosa Polluce di colore arancione, ma un sistema multiplo formato da ben sei stelle. Duemila anni fa, il 21 giugno, il Sole era proiettato tra le stelle della costellazione del Cancro e i suoi raggi erano allo zenit sul parallelo terrestre che per questo è chiamato “Tropico del Cancro”. Non è più così, oggi, perché a causa della precessione degli equinozi il Sole transita tra le stelle della costellazione dei Gemelli. Ma ciò non causerà il cambio di denominazione in “Tropico dei Gemelli”.

Alzando lo sguardo allo zenit, in direzione Nord-Est, si può individuare facilmente il Gran Carro dell’Orsa Maggiore. Al di sotto di esso spicca la silhouette del Leone con la luminosa Regolo (Piccolo Re) e, proseguendo lungo l’eclittica verso Ovest, vedremo le poco appariscenti stelline del Cancro, le brillanti Castore e Polluce dei Gemelli, il Toro con l’appariscente stella gigante arancione Aldebaran, l’Ariete e i Pesci. Verso Nord, il Perseo e l’Auriga, a Sud-Ovest Orione e a Sud-Est l’Eridano e la Balena. Tra i Gemelli e il Toro, in alto, sono riconoscibili l’Auriga (il Cocchiere) con la luminosa Capella, in basso vi è Orione con gli inseparabili Sirio del Cane Maggiore e Procione del Cane Minore (queste ultime due stelle insieme con Betelgeuse di Orione formano l’asterismo del “Triangolo invernale”). Dalla parte opposta del Gran Carro, si staglia la “W” della vanitosa regina Cassiopea con accanto la “casetta” del regale consorte Cefeo. A occidente, si accingono a salutarci le costellazioni di Andromeda, dell’Ariete e del Triangolo. Nel cielo di Nord-Est, già ha fatto la sua apparizione il Bifolco (Boote) con la gigante rossa Arturo (la stella più luminosa dell’emisfero celeste boreale, nonché la quarta stella più brillante del cielo notturno dopo Sirio, Canopo e alfa Centauri), ormai completamente sorto a Nord-Est, poi Chioma di Berenice, i Cani da Caccia, il Cratere e l’Idra.

Rapido excursus planetario. Mercurio, Venere e Marte saranno visibili nel cielo orientale prima del sorgere del Sole, tutt’e tre tra le stelle del Sagittario. Chi ama alzarsi prima dell’alba, l’11 febbraio potrà ammirare una bella congiunzione tra Marte e Venere e, più in basso, potrà individuare Mercurio. È, questo, il momento migliore per osservare il piccolo ed elusivo pianeta poiché sarà nel suo punto più alto sopra l’orizzonte nel cielo mattutino poco prima che sorga il Sole. Alle 5.30 del 27 febbraio, infine, il falcetto della Luna prossima al novilunio formerà una terna celeste con Venere e Marte. Il gigantesco pianeta gassoso Giove appare dopo il tramonto nell’orizzonte occidentale. Il pianeta degli anelli Saturno sarà invisibile per buona parte del mese perché in congiunzione col Sole e tornerà a essere visibile dopo il 20. Gli ultimi due giganti gassosi Urano e Nettuno sono osservabili in prima serata, il primo nella costellazione dell’Ariete, il secondo in quella dell’Acquario.

GIUSEPPE SPERLINGA

 

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LA COMETA DI NATALE: “C/2021 A1 LEONARD”

LA COMETA DI NATALE

Sarà un Natale allietato dall’arrivo della nuova cometa che da alcune settimane sta solcando il cielo e che, probabilmente, riusciremo a vedere anche a occhio nudo. È la cometa “C/2021 A1 Leonard”, potrebbe diventare talmente luminosa da essere alla portata di un piccolo binocolo, di un cannocchiale e persino dei nostri occhi, se osservata da località lontane da inquinamento luminoso. Cosa significa la sigla “C/2021 A1 Leonard” è presto detto: “Leonard” è il nome dello scopritore, che è l’astronomo statunitense dell’Università dell’Arizona Gregory J. Leonard, il quale il 3 gennaio di quest’anno la fotografò dall’Osservatorio di Monte Lemmon, nei pressi di Tucson; la lettera “C” vuol dire che è una cometa non periodica o a lungo periodo, cioè ha un’orbita iperbolica o parabolica, per cui dopo il suo passaggio al perielio non la rivedremo più; “2021” è l’anno della scoperta; la lettera “A” indica che è stata scoperta nella prima metà del mese di gennaio; il numero “1” significa che è la prima cometa scoperta.

La cometa è già stata fotografata in diverse parti dell’emisfero boreale, tra i quali l’astronomo non professionista australiano Michael Mattiazzo (lo scopritore della cometa “C/2020 Swan”) e gli astrofili Franco Traviglia e Anna Maria Catalano dell’Osservatorio astronomico di Scordia, in provincia di Catania. Mattiazzo ha immortalato l’astro chiomato utilizzando da remoto un telescopio situato nel New Mexico, in attesa di riprenderlo con i suoi strumenti quando, nella seconda metà di dicembre, sarà visibile dall’emisfero australe. Traviglia e Catalano, invece, sono riusciti a immortalare questa appariscente “palla di neve sporca” alle 3 della notte del 5 dicembre scorso, tra le stelle della costellazione di Bootes (Bovaro o Bifolco), utilizzando un telescopio rifrattore apocromatico con corpo macchina Canon 50D modificata con filtro anti inquinamento luminoso. “Si poteva fare di più – si rammaricano i due astrofili scordiensi -, ma l’orizzonte orientale è penalizzato dal riverbero dell’eccessiva luce della cintura di Catania e ciò non ci ha permesso di andare oltre. Peccato, perché adesso la Leonard declina velocemente abbassandosi sempre di più sul piano dell’orizzonte”. “Sarà possibile osservare la cometa Leonard – suggerisce l’astrofilo Rosario Catania – al mattino dalle 5 alle 6 prima dell’alba guardando a est. Non siamo ancora certi che si vedrà a occhio nudo, ma sicuramente sarà possibile osservarla e fotografarla con un piccolo telescopio oppure con una reflex dotata di un teleobiettivo luminoso come un 300 mm. In ogni caso, sarà una occasione per tentare di riconoscere le costellazioni del cielo invernale”.

La cometa Leonard ha un’orbita retrograda (cioè si muove in senso orario), viaggia con una velocità orbitale assai elevata, ha un nucleo di circa 10 km di diametro avviluppato da una vistosa e ampia chioma, seguito da una lunga coda si estende fino a 100.000 km. Questa cometa è stata scoperta il 3 gennaio di quest’anno quando era a circa 750 milioni di chilometri dal Sole Il 12 dicembre sarà alla minima distanza dal nostro pianeta (35 milioni di km) e sarà visibile prima nell’emisfero boreale e poi in quello australe: potremo ammirarla fino al 14 dicembre, ma sarà molto bassa, ad appena 10 gradi sopra l’orizzonte orientale, prima dell’alba. Vale la pena la levataccia notturna per scrutare il cielo tra le nuvole alla ricerca di questo suggestivo astro che ha il destino segnato: o sarà disintegrato quando, il 2 gennaio del nuovo anno, arriverà al perielio oppure, se uscirà indenne dal rendez-vous col Sole sparirà per sempre, non tornerà più perché la sua orbita iperbolica si chiude all’infinito.  

            Le comete sono oggetti imprevedibili e la Leonard non fa eccezione, potrebbe riservarci un bel regalo di Natale aumentando all’improvviso di luminosità e rendersi visibile in cielo. Occhi e strumenti, dunque, puntati verso il cielo con la speranza che l’apparizione di questo vagabondo dello spazio possa regalarci un’emozione, che con i tempi bui che corrono non è cosa di poco conto.

(La foto in B/N della cometa Leonard è dell’astrofilo australiano Michael Mattiazzo, le foto a colori sono di Franco Traviglia e Anna Maria Catalano dell’Osservatorio Astronomico di Scordia, in provincia di Catania: a loro i miei ringraziamenti per la collaborazione).

GIUSEPPE SPERLINGA

 https://www.lasicilia.it/societa/news/non-e-natale-senza-cometa-ecco-come-vedere-leonard-durante-le-feste-1422516/

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