GIUGNO, IL CIELO DEL SOLSTIZIO ESTIVO
Per convenzione, il 1° giugno entra l’estate meteorologica, mentre quella astronomica s’inizia il giorno del solstizio, che quest’anno cade domenica 21, alle 16.38 T.U. (Tempo Universale, corrispondente all’ora del fuso orario di Greenwich). In Italia, che è in vigore l’ora legale estiva, bisogna aggiungere due ore (TU + 2 h), corrisponde alle ore 18.38. Sarà il dì più lungo dell’anno (ricordiamo che il dì è il periodo d’illuminazione, mentre la notte è quello di oscurità: insieme formano il giorno). A Catania, il Sole sorge alle 5.38 e tramonta alle 20.24: il dì dura 14 ore e 46 minuti. Alle 13.02, il Sole raggiunge la massima altezza sull’orizzonte, che varia secondo la latitudine del luogo (nel capoluogo etneo è di 71°). Solstizio significa «Sole stazionario» (dal latino “Solis statio”) e indica che in questo momento astronomico il Sole sembra fermarsi, sorgendo e tramontando sempre nello stesso punto sino al 24 giugno, quando ricomincia a muoversi sorgendo gradualmente sempre più a sud sull’orizzonte. Il giorno del solstizio estivo è atteso perché primo giorno d’estate (in realtà, dopo il 21 giugno, il Sole comincia a calare, determinando lo accorciarsi graduale delle giornate), il Polo Nord è incluso nel circolo d’illuminazione (6 mesi di luce), mentre il Polo Sud ne è totalmente escluso (6 mesi di oscurità). I solstizi, nell’antichità, venivano festeggiati un po’ ovunque dai popoli pagani, dalla Grecia all’America precolombiana, fin quando la religione cristiana, conscia della portata di questi festeggiamenti, si premurò di incorporarne le date sovrapponendovi solenni celebrazioni, così come il solstizio invernale è stato sostituito dal Natale, quello d’estate dalla festa di San Giovanni che si celebra il 24 giugno: ancora una volta, una festa pagana basata sull’antica osservazione del moto apparente del Sole si è fusa con la tradizione cristiana.
Il Sole si trova nella costellazione del Toro fino al 22 giugno, quando passa nella costellazione dei Gemelli. Duemila anni fa, il giorno del solstizio, la nostra stella diurna era proiettata tra le stelle della costellazione del Cancro ed era allo zenit su tutti i punti della Terra uniti dal parallelo denominato “Tropico del Cancro”. Tale parallelo, oggi, bisognerebbe rinominarlo in “Tropico dei Gemelli”, perché a causa del millenario moto di precessione degli equinozi, il Sole é proiettato tra le stelle della costellazione dei Gemelli. In altre parole, gli astrologi descrivono i molto presunti influssi di un cielo fossile, perché lo zodiaco è “scivolato” all’indietro di una casella. Per tale motivo chi crede di essere nato, per esempio, sotto il segno del Cancro in realtà è Gemelli, così i Gemelli sono Toro, questi ultimi sono Ariete e così via. Se teniamo pure conto che il Sole transita davanti alle stelle di una tredicesima costellazione, quella di Ofiuco, dal 30 novembre al 17 dicembre, che si trova tra lo Scorpione e il Sagittario e che attraversa la prima delle due in soli sette giorni, ebbene coloro i quali sono nati in uno dei giorni di tale periodo dovranno rassegnarsi a una vita senza oroscopo.
Rapido sguardo ai pianeti. Il piccolo ed elusivo Mercurio, nella seconda parte del mese, torna visibile al mattino: il 24 giugno sorge più di un’ora prima del Sole e sarà rintracciabile a est. Il luminoso Venere è sempre più basso sull’orizzonte occidentale e, a fine giugno, tramonta poco più di due ore dopo il Sole. Il pianeta rosso Marte è inosservabile. Il gigantesco Giove, come Venere, sarà sempre più basso nel cielo occidentale e tramonta sempre più presto nelle prime ore della sera. Saturno, nelle prime ore della sera, è facilmente individuabile a Sud-Sud-Est, a mezzanotte raggiunge la massima altezza sull’orizzonte a Sud: approfittatene per osservarlo al telescopio per ammirare gli splendidi anelli. Urano e Nettuno sono visibili nel cielo orientale nelle ore che precedono l’alba, ma alla fine del mese il secondo sorge intorno alla mezzanotte ed è osservabile per l’intera notte. Pure il lontanissimo Plutone a fine di mese diventa osservabile per tutta la notte. Su questo minuscolo e remoto pianeta, dopo il 14 luglio, giorno in cui sarà raggiunto dalla sonda americana “New Horizons”, lanciata il 19 gennaio 2006.
Con l’arrivo di giugno, lo scenario celeste cambia aspetto. Appare, a sud-est, la costellazione dello Scorpione, con la brillante Antares, una supergigante che rivaleggia con Marte (Ares) per il colore rosso. Sopra lo Scorpione, appare la poco spettacolare costellazione di Ofiuco. Più a destra, la Bilancia e, alla sua sinistra, il Sagittario. Nel cielo occidentale, infine, si assiste al tramonto del Leone e della Vergine. Alte nel cielo, infine, brillano le luminose Arturo, nella costellazione del Bootes. Più a oriente spicca Vega della Lira, che insieme a Deneb del Cigno e Altair dell’Aquila forma il famoso “Triangolo estivo”. Per maggiori approfondimenti e la consultazione delle cartine celesti si rimanda al sito dell’Unione Astrofili Italiani www.uai.it.
GIUSEPPE SPERLINGA
CIELO DI MAGGIO 2015
SATURNO, RE DEL CIELO DI MAGGIO
In maggio, nuvole e pioggia permettendo, si potrà ammirare un cielo notturno con protagonisti le meteore Eta Aquaridi e i pianeti Mercurio, Venere, Giove e Saturno. Nella seconda parte della notte della prima decade del mese, infatti, con pazienza e un po’ di fortuna, si potranno esprimere desideri al passaggio delle “stelle cadenti” Eta Aquaridi, che altro non sono che antichi frammenti della famosa cometa Halley, i quali lasciano una breve scia luminosa mentre attraversano l’atmosfera terrestre. Purtroppo, alla nostra latitudine, l’osservabilità di queste meteore è deludente, perché il loro radiante (il punto da cui apparentemente sembra che esse si diramino), che pur posto nella parte alta della costellazione dell’Aquario è basso sull’orizzonte e rimane visibile per pochissimo tempo. Nell’emisfero australe, invece, lo sciame meteorico offre uno spettacolo straordinario, perché il radiante è pressoché allo zenit, vale a dire sopra la testa dell’osservatore. Il picco maggiore è atteso intorno al 6 maggio, con una ventina di meteore all’ora, la cui visione, però, sarà quest’anno fortemente disturbata dalla luce della Luna quasi piena.
Meglio, allora, dedicarsi all’osservazione dei pianeti. Sempre la sera del 6 maggio sarà possibile rintracciare facilmente sull’orizzonte occidentale l’elusivo Mercurio, che tramonta quasi due ore dopo il Sole e, la sera successiva, si trova alla massima elongazione, cioè alla distanza angolare di 21°11’ dal Sole. Col passare dei giorni, però, il minuscolo pianeta si abbassa sempre di più sull’orizzonte fino a diventare inosservabile. Dopo la congiunzione con il Sole di giorno 30, in giugno Mercurio lo rivedremo a oriente prima del sorgere del Sole. Sempre nel cielo occidentale, i primi giorni di maggio sono favorevoli per l’osservazione del luminoso Venere, che la sera dell’8 tramonta tre ore e 41 minuti dopo il Sole. Tralasciando Marte, che è in pratica inosservabile perché avvolto nei bagliori del Sole al tramonto, l’orizzonte occidentale è ancora dominato dal gigantesco Giove, il secondo oggetto del cielo primaverile più luminoso dopo Venere e, ovviamente, la Luna. Un discorso a parte merita Saturno. Il pianeta degli anelli, il 23 maggio, sarà in opposizione al Sole, vale a dire si trova dalla parte opposta alla nostra stella diurna. Ciò significa che Saturno sarà osservabile per tutta la notte ed è possibile rintracciarlo a oriente al calare della sera, a sud nelle ore centrali della notte e, infine, a occidente prima dell’alba. E’, questo, il momento migliore per osservare al telescopio e fotografare Saturno con i suoi caratteristici anelli e le sue lune, perché per la prossima opposizione bisognerà attendere fino al 3 giugno del prossimo anno. Urano è ancora difficile da individuare, perché molto basso sull’orizzonte orientale ed è avvolto dalla luce del Sole che sorge. Nettuno è ancora molto basso nel cielo orientale, con un buon telescopio è possibile osservarlo nel cielo orientale. Plutone, infine, alla fine del mese sorge prima di mezzanotte e, con l’ausilio del telescopio, è possibile osservarlo a notte inoltrata dapprima basso sull’orizzonte sud-orientale, poi più alto nel cielo meridionale poco prima dell’alba.
Il cielo di maggio è il biglietto da visita del cielo estivo. Le costellazioni invernali sono ormai tramontate e, alte nel cielo meridionale, campeggiano le costellazioni del Leone con Regolo e della Vergine con Spica. Regolo significa “Piccolo Re”, dista da noi 79 anni luce ed è un sistema stellare formato da due coppie di stelle che orbitano l’una intorno all’altra. Spica, invece, è distante 250 anni luce dal Sole ed è un sistema binario spettroscopico, cioè formato da due stelle azzurre di classe spettrale B che ruotano attorno al comune baricentro strettamente vicine l’una all’altra. Spostando lo sguardo verso nord-est, sono facilmente riconoscibili sia la costellazione di Boote (Bovaro o Bifolco) per la forma di aquilone, con la gigante rossa Arturo, il “guardiano delle due Orse”, che è la quarta stella più luminosa del cielo dopo Sirio, Canopo e alfa Centauri, sia Vega della Lira, una stella bianca posta a 25 anni luce da noi e quinta per luminosità. Nella calotta circumpolare, quasi allo zenit, è facilmente individuabile l’Orsa Maggiore con l’asterismo del Gran Carro, utile per localizzare la Stella Polare, la più luminosa del Piccolo Carro dell’Orsa Minore. Tra le due Orse, si snoda la lunga ma poco appariscente costellazione del Dragone. Mentre nel cielo occidentale, di prima sera, basse sull’orizzonte, possiamo ancora dare l’ultimo sguardo alle costellazioni che hanno dominato il cielo invernale, come l’Auriga, i Gemelli e il Cancro, dalla parte opposta, a sud-est, in tarda serata si vedranno sorgere prima la Bilancia, seguita dallo Scorpione con la rossa Antares, poi da Ofiuco (la famosa tredicesima costellazione zodiacale inesistente negli oroscopi) e, per finire, dal Sagittario. Nel cielo di nord-est, infine, a notte inoltrata, alla Lira, si affiancano il Cigno con Deneb e l’Aquila con Altair, che con Vega formeranno l’asterismo del Triangolo estivo.
Per finire, la nostra stella diurna si trova nell’Ariete fino al 14, poi passa nella costellazione del Toro, dove rimarrà fino al 19 giugno. Per gli astrologi, invece, il Sole sarebbe già tra le stelle del Toro sin dal 21 aprile e vi rimarrebbe fino al 21 maggio per poi passare nei Gemelli. Leggono un cielo fossile di duemila anni fa e c’è ancora gente che continua a credere negli oroscopi che ammanniscono quotidianamente in tv, quotidiani, periodici, on line.
Approfondimenti e cartine celesti nel sito www.uai.it.
GIUSEPPE SPERLINGA
CIELO DI APRILE 2015
CIELO DI APRILE
Domenica 5 aprile è Pasqua, sicuramente la festa più importante della cristianità. Ed è una festa che si celebra nei giorni vicini all’equinozio di primavera. Essa, infatti, cade la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio primaverile. In altre parole, l’equinozio si è verificato lo scorso venerdì 20 marzo, giorno in cui si ebbe pure il novilunio e l’eclissi di Sole (parziale alle nostre latitudini) perché la Luna transitò in uno dei due nodi formati dall’intersezione dei piani orbitali terrestre e lunare. La Luna piena si avrà sabato 4 aprile, il giorno successivo, domenica 5, si celebra la Pasqua.
Nel cielo fossile degli astrologi, il Sole si troverebbe ancora nella costellazione dell’Ariete. Non è più così, perché a causa della precessione degli equinozi il nostro astro diurno transita tra le stelle della costellazione dei Pesci fino al 19 aprile, quando passa nella costellazione dell’Ariete.
Non si è ancora spenta l’eco della bella eclissi totale di Sole (parziale alle nostre latitudini) dello scorso 20 marzo ed ecco arrivare, sabato 4 aprile, un’altra eclissi, stavolta di Luna, che però non sarà visibile dall’Europa. Sarà, questa, la terza di una tetrade di “eclissi di sangue” che si è iniziata l’anno scorso. Il quartetto, infatti, è cominciato il 15 aprile 2014, è proseguito l’8 ottobre e terminerà il 28 settembre di quest’anno. E’ detta “Luna di Sangue” (Blood Moon) perché quando il nostro satellite naturale entra nel cono d’ombra della Terra assume una colorazione rossastra che ricorda vagamente il colore del sangue. La Luna, infatti, non può riflettere la luce solare, ma rimanda nello spazio soltanto quella riflessa dal nostro pianeta, la cui atmosfera si comporta come un prisma, che scomponendo la luce del Sole, ne assorbe le radiazioni verde e blu, mentre quella rossa è riflessa verso l’argenteo satellite naturale della Terra, il quale assume una colorazione rossastra.
I pianeti. Il piccolo ed elusivo Mercurio sarà osservabile nell’ultima decade del mese sull’orizzonte occidentale, tramontando un paio d’ore dopo il Sole. Il luminoso Venere, all’inizio del mese, tramonta oltre tre ore dopo il Sole, alla fine del mese dopo oltre tre ore e mezzo. Il pianeta rosso Marte è sempre più basso sull’orizzonte occidentale e il 23 sarà in congiunzione con Mercurio, diventando inosservabile alla fine del mese. Il gigantesco Giove continua a dominare il cielo meridionale dopo il tramonto del Sole. Il pianeta degli anelli Saturno, nel corso del mese, è possibile individuarlo a Sud-Ovest prima della mezzanotte. Urano è inosservabile, ricompare al mattino alla fine del mese, molto basso sull’orizzonte orientale. Nettuno è visibile il mattino presto sull’orizzonte orientale, poco prima del sorgere del Sole, ma la sua osservazione è ancora molto difficoltosa, sia per la modesta altezza sull’orizzonte, sia per la bassa luminosità.
In aprile muta lo scenario celeste, le costellazioni estive scalzano quelle invernali e domineranno il cielo dei prossimi mesi. Così, subito dopo il tramonto, Orione, il Toro, i Gemelli e l’Auriga continuano a essere sempre più bassi sull’orizzonte occidentale, mentre dalla parte opposta fanno la loro apparizione la Lira con la brillantissima Vega, l’inconfondibile Bootes (il Bifolco o Bovaro) a forma di aquilone con Arturo, nei pressi del quale vi sono la Corona Boreale e la vasta ma poco appariscente costellazione di Ercole. A sud saranno visibili il Cancro, il Leone con la luminosa stella Regolo e la Vergine con la brillante Spica. A notte fonda, infine, a sud-est, appare la Bilancia e poi lo Scorpione, l’uccisore di Orione ormai tramontato. Per le costellazioni circumpolari, è facilmente riconoscibile l’asterismo del Gran Carro dell’Orsa Maggiore, da cui è possibile rintracciare la Stella Polare tracciando una linea lunga cinque volte la distanza tra Merak e Dubhe. Dalla parte opposta, vi è la coppia regale formata dalla bella e vanitosa Cassiopea, con la sua inconfondibile forma a “W”, e dal suo sposo Cefeo, re d’Etiopia e genitori di Andromeda.
Per approfondimenti e cartine si consulti il sito dell’Unione astrofili italiani www.uai.it.
GIUSEPPE SPERLINGA
CIELO DI MARZO 2015
IN MARZO L’EQUINOZIO PRIMAVERILE E UNA ECLISSE PARZIALE DI SOLE
Marzo è il mese dell’equinozio primaverile, che quest’anno cade il 20, giorno in cui i raggi solari sono perpendicolari sul piano equatoriale, il circolo d’illuminazione taglia in due parti uguali i poli, la durata del dì eguaglia quella della notte e il Sole sorge esattamente a est e tramonta a ovest. Sempre il 20, si verificherà l’evento astronomico più atteso dell’anno, uno spettacolo naturale che da sempre affascina l’uomo: l’eclisse di Sole, che dall’Italia sarà parziale, totale per le regioni dell’estremo nord Europa. Per un osservatore alla latitudine di Catania, il fenomeno avrà inizio alle 9.23; poi, alle 10.28, il disco solare sarà parzialmente oscurato per circa il 41 per cento; termine dell’eclisse alle 11.37. In tale occasione, l’associazione Stelle e Ambiente ha organizzato un evento articolato in due giorni: un Caffè&Scienza straordinario nella sede dell’Herborarium Museum, alle 19 di giovedì 19 e una postazione con telescopio e occhialini speciali per osservare l’eclisse da via Crociferi la mattina del 20. Domenica 28, infine, si passa dall’ora solare a quella estiva portando avanti di sessanta minuti le lancette dell’orologio.
Fino al 12 marzo, il Sole si trova tra le stelle dell’Acquario, poi passa nella costellazione dei Pesci e alla nostra latitudine la durata del dì aumenta di 1 ora e 16 minuti dall’inizio del mese. La Luna sarà piena il 5, all’ultimo quarto il 13, nuova il 20 e al primo quarto il 23. Rapido sguardo ai pianeti. Mercurio, nei primi giorni di marzo, sorge un’ora prima del Sole e sarà visibile molto basso sull’orizzonte orientale in ore mattutine, dopo sarà inosservabile. Il luminosissimo Venere domina il cielo occidentale nelle prime ore della sera, tramontando alla fine del mese circa tre ore dopo il Sole. Il pianeta di Citera, il 16 passa dai Pesci alla costellazione dell’Ariete. Marte è anch’esso visibile nel cielo occidentale, ma più in basso rispetto a Venere. Il 30 marzo, Marte entra nell’Ariete. Giove continua a dominare il cielo notturno: nelle prime ore della notte è alto a sud–est, poi culmina a sud e, nella seconda parte della notte, tramonta a sud-ovest. Si sposta con moto retrogrado nella costellazione del Cancro. Saturno, a fine di mese, è visibile nelle ore centrali della notte nell’orizzonte sud-orientale. Il pianeta dagli anelli, fino al 14 marzo, si muove con moto diretto nella costellazione dello Scorpione. Urano sarà visibile molto basso sull’orizzonte occidentale, nelle prime ore della sera. Il 4 marzo sarà in congiunzione stretta con Venere e l’11 con Marte. Il pianeta si trova sempre nella costellazione dai Pesci. Nettuno è ancora molto vicino al Sole ed è assai basso sull’orizzonte orientale, dunque è inosservabile, perché avvolto dai bagliori solari. Il pianeta azzurro si trova ancora nella costellazione dell’Acquario, dove vi rimarrà per altri sette anni. Plutone, infine, è sempre nella costellazione del Sagittario ed è osservabile sempre più alto sull’orizzonte orientale prima del sorgere del Sole.
Le grandi costellazioni invernali dominano ancora il cielo, ma saranno più spostate verso sud-ovest, dove spicca Orione con la rossa Betelgeuse e l’azzurra Rigel. Prolungando verso destra le tre stelle della cintura, s’incontra Aldebaran, l’occhio rosso del Toro, mentre a sinistra in basso spicca la stella più luminosa del cielo, Sirio del Cane Maggiore, e poco più in alto brilla Procione del Cane Minore. Dalla parte opposta, nel cielo orientale, fanno la loro apparizione le costellazioni zodiacali del Leone e della Vergine. Mentre il cielo meridionale è avaro di stelle brillanti, in quello settentrionale è facile individuare l’asterisco del Gran Carro dell’Orsa Maggiore, che potrà essere utilizzato come riferimento per individuare la Stelle Polare prolungando verso sinistra il segmento che unisce le stelle Merak e Dubhe. A nord-ovest, spicca l’inconfondibile “W” di Cassiopea e, tra essa e il Toro, è facile riconoscere la costellazione del Perseo. A nord-est, infine, sotto il Gran Carro, è possibile scorgere la costellazione del Bootes, la cui forma ricorda quella di un aquilone.
GIUSEPPE SPERLINGA
CIELO DI FEBBRAIO 2015
IL CIELO DI FEBBRAIO DOMINATO DAL GRAN CARRO E DAL LEONE
Con il termine “asterismo” s’intende un gruppo di stelle del cielo notturno facilmente riconoscibile per la sua particolare configurazione dal resto delle stelle circostanti. Le ottantotto costellazioni riconosciute ufficialmente dalla comunità astronomica internazionale possono essere considerate asterismi di grandi dimensioni, ma un asterismo può anche essere parte di una costellazione oppure può essere formato da stelle appartenenti a costellazioni diverse o, ancora, può coincidere con l’intera costellazione. Il cielo di febbraio è dominato da uno dei più celebri asterismi, quello del Gran Carro della costellazione dell’Orsa Maggiore, resa immortale dai versi dell’astronomo mancato Giacomo Leopardi nelle sue Ricordanze: “Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea/tornare ancor per uso a contemplarvi/sul paterno giardino scintillanti,/e ragionar con voi dalle finestre/di questo albergo ove abitai fanciullo,/e delle gioie mie vidi la fine./Quante immagini un tempo, e quante fole/creommi nel pensier l’aspetto vostro/e delle luci a voi compagne! allora/che, tacito, seduto in verde zolla,/delle sere io solea passar gran parte/mirando il cielo, ed ascoltando il canto/della rana rimota alla campagna!”. Ma, quello leopardiano, era un cielo terso, non inquinato dal riverbero delle luci cittadine che causa la scomparsa del cielo stellato.
Altra famosa costellazione è quella del Leone, che è sempre più alta sull’orizzonte meridionale e che annuncia l’imminente arrivo della primavera. Volgendo lo sguardo verso ovest, si notano la poco appariscente costellazione del Cancro, ma riconoscibile dal bell’ammasso aperto del Presepe o Alveare (M44), uno dei più vicini al nostro sistema planetario, se il cielo è nitido si vede a occhio nudo e appare come un oggetto diffuso (fu il primo oggetto che Galileo Galilei osservò con il suo cannocchiale) e l’imponente costellazione di Orione, che ha dominato il cielo invernale e, sempre più bassa, si avvia lentamente al tramonto. A oriente, spicca la rossa e brillante stella Arturo di Boote e, più a sud, la luminosissima Spica della Vergine, una costellazione caratterizzata da un gran numero di galassie osservabili anche con telescopi amatoriali. A nord, come sempre, il Piccolo Carro con la Polare e la coppia regale di Cefeo e Cassiopea.
Nella seconda metà del mese, la cometa Lovejoy diverrà circumpolare, ma purtroppo la sua luminosità sarà di sotto la soglia di visibilità a occhio nudo.
Il Sole, il 16 febbraio, passa dalla costellazione del Capricorno a quella dell’Acquario, ma se provate a chiedere il segno zodiacale a un vostro amico nato, a d esempio, il giorno di S. Agata, 5 febbraio, vi risponderà che è Acquario, mentre in realtà al momento della sua nascita il Sole transitava tra le stelle del Capricorno: finora il vostro amico ha letto un oroscopo che non gli appartiene! La durata del dì si allunga di oltre un’ora ed eguaglierà quella della notte il giorno dell’equinozio di primavera, che quest’anno cade il 20 marzo. La Luna sarà piena il 4, all’ultimo quarto il 12, nuova il 19 e al primo quarto il 25. I pianeti: Mercurio ricompare alle prime luci dell’alba nel cielo orientale; il luminosissimo Venere tramonta a ovest un paio d’ore dopo il Sole; Marte è anch’esso visibile a occidente, alle prime ore della sera, ma molto basso sull’orizzonte; il gigantesco Giove è in opposizione al Sole ed è visibile tutta la notte: sorge a est nelle prime ore della sera, culmina sud verso la mezzanotte e tramonta a ovest nelle prime ore dell’alba; Saturno è osservabile a sud-est nelle ultime ore della notte; Urano è rintracciabile a sud-ovest nelle prime ore della notte; Nettuno, infine, è praticamente inosservabile.
GIUSEPPE SPERLINGA
CIELO 2015
2015, ANNO DELLE STELLE CADENTI E DELLE COMETE
Nel 2015, il cielo sarà benevolo per gli appassionati di astronomia. Sarà, infatti, un anno ricco di spettacoli astronomici con tre comete visibili a occhio nudo, una superba superluna rossa, due eclissi di Sole e di Luna e tempeste di meteore Perseidi, Geminidi, Quadrantidi, la cui visione non sarà disturbata dalla luce lunare. Ad aprire lo show celeste sarà la cometa C/2014Q2 Lovejoy, autentica padrona dei cieli di gennaio. Continue reading “CIELO 2015” »
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