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CIELO FEBBRAIO DOMINATO DAI DIOSCURI CASTORE E POLLUCE

CIELO FEBBRAIO DOMINATO DAI DIOSCURI CASTORE E POLLUCE

Nel cielo delle fredde notti di febbraio continua la lenta sfilata celeste delle costellazioni invernali, che continuano a spostarsi a occidente e che presto lasceranno la scena a quelle primaverili, le quali hanno già fatto capolino sul versante opposto del firmamento. La volta celeste è ancora dominata dall’imponente costellazione di Orione, il grande cacciatore citato da Giuseppe Parini nell’incipit di una delle sue più note odi, “La Caduta”: “Quando Orion dal cielo/declinando imperversa/e pioggia e nevi e gelo/sopra la terra ottenebrata versa”. Si continua a favoleggiare sul presunto identico allineamento delle tre piramidi di Giza, quelle dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino, con quello delle tre stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka che formano la cintura di Orione. È stato dimostrato che tale correlazione attualmente non sussiste né sussisteva all’epoca della costruzione delle piramidi, avvenuta nel 2.450 a.C. L’esatta corrispondenza si sarebbe verificata nel 12.000 a.C. La costellazione tipica di febbraio, però, è quella dei Gemelli, dedicata ai Dioscuri Castore e Polluce, figli di Leda e di Zeus, che ingannò la regina di Sparta sotto forma di cigno. In realtà, i due astri sono gemelli… diversi. Anzitutto perché, pur sembrando vicine nel cielo, distano una decina di anni luce tra esse e non hanno alcun legame fisico. Inoltre, Castore è di colore bianco e non è una singola stella come la più luminosa Polluce di colore arancione, ma un sistema multiplo formato da ben sei stelle. Duemila anni fa, il 21 giugno, il Sole era proiettato tra le stelle della costellazione del Cancro e i suoi raggi erano allo zenit sul parallelo terrestre che per questo è chiamato “Tropico del Cancro”. Non è più così, oggi, perché a causa della precessione degli equinozi il Sole transita tra le stelle della costellazione dei Gemelli. Ma ciò non causerà il cambio di denominazione in “Tropico dei Gemelli”.

Alzando lo sguardo allo zenit, in direzione Nord-Est, si può individuare facilmente il Gran Carro dell’Orsa Maggiore. Al di sotto di esso spicca la silhouette del Leone con la luminosa Regolo (Piccolo Re) e, proseguendo lungo l’eclittica verso Ovest, vedremo le poco appariscenti stelline del Cancro, le brillanti Castore e Polluce dei Gemelli, il Toro con l’appariscente stella gigante arancione Aldebaran, l’Ariete e i Pesci. Verso Nord, il Perseo e l’Auriga, a Sud-Ovest Orione e a Sud-Est l’Eridano e la Balena. Tra i Gemelli e il Toro, in alto, sono riconoscibili l’Auriga (il Cocchiere) con la luminosa Capella, in basso vi è Orione con gli inseparabili Sirio del Cane Maggiore e Procione del Cane Minore (queste ultime due stelle insieme con Betelgeuse di Orione formano l’asterismo del “Triangolo invernale”). Dalla parte opposta del Gran Carro, si staglia la “W” della vanitosa regina Cassiopea con accanto la “casetta” del regale consorte Cefeo. A occidente, si accingono a salutarci le costellazioni di Andromeda, dell’Ariete e del Triangolo. Nel cielo di Nord-Est, già ha fatto la sua apparizione il Bifolco (Boote) con la gigante rossa Arturo (la stella più luminosa dell’emisfero celeste boreale, nonché la quarta stella più brillante del cielo notturno dopo Sirio, Canopo e alfa Centauri), ormai completamente sorto a Nord-Est, poi Chioma di Berenice, i Cani da Caccia, il Cratere e l’Idra.

Rapido excursus planetario. Mercurio, Venere e Marte saranno visibili nel cielo orientale prima del sorgere del Sole, tutt’e tre tra le stelle del Sagittario. Chi ama alzarsi prima dell’alba, l’11 febbraio potrà ammirare una bella congiunzione tra Marte e Venere e, più in basso, potrà individuare Mercurio. È, questo, il momento migliore per osservare il piccolo ed elusivo pianeta poiché sarà nel suo punto più alto sopra l’orizzonte nel cielo mattutino poco prima che sorga il Sole. Alle 5.30 del 27 febbraio, infine, il falcetto della Luna prossima al novilunio formerà una terna celeste con Venere e Marte. Il gigantesco pianeta gassoso Giove appare dopo il tramonto nell’orizzonte occidentale. Il pianeta degli anelli Saturno sarà invisibile per buona parte del mese perché in congiunzione col Sole e tornerà a essere visibile dopo il 20. Gli ultimi due giganti gassosi Urano e Nettuno sono osservabili in prima serata, il primo nella costellazione dell’Ariete, il secondo in quella dell’Acquario.

GIUSEPPE SPERLINGA

 

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