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LE BARBARE CAPITOZZATURE DEGLI ALBERI DELL’OSPEDALE CANNIZZARO

Se Atene piange, Sparta non ride. A Catania, dopo le traumatiche capitozzature ai danni degli alberi del Policlinico universitario di via Santa Sofia, che stanno ancora gridando vendetta al cielo e agli uomini, sono seguite quelle altrettanto barbare e oscene delle alberature dei parcheggi e dei viali all’interno dell’Ospedale Cannizzaro: una vera e propria “mattanza” ordinata dalla Direzione dell’Azienda ospedaliera che ha provocato la totale perdita delle frondose chiome di numerosi Ficus microcarpa, Schinus molle (Falso pepe) e Jacaranda mimosifolia (impropriamente chiamata “Palissandro”), con la primavera ormai alle porte e, la prossima estate, con parcheggi e viali privati dell’ombra e della frescura che gli alberi assicuravano.
Non va, inoltre, trascurata l’importanza degli alberi presenti negli spazi interni delle strutture ospedaliere, come citata nell’articolo a firma di chi scrive che pubblica oggi, lunedì 1° marzo 2021, il quotidiano La Sicilia.
La segnalazione è stata inoltrata personalmente alla Polizia ambientale chiedendone il tempestivo intervento per porre fine a questa ignobile strage di un patrimonio che appartiene alla collettività.
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                                                                                              Alla Polizia Ambientale

                                                                                            Comune di Catania

                                                                                           vigilanzaambientale.pm@comune.catania.it

Oggetto: segnalazione di dannose e costose capitozzature degli alberi dell’ospedale Cannizzaro di Catania.

Catania, 1 marzo 2021

Il sottoscritto Giuseppe Sperlinga con la presente si rivolge alla Polizia ambientale sia come cittadino, sia come presidente dell’associazione “Stelle e Ambiente” per la ricerca e divulgazione ambientale e astronomica “Marcello La Greca” di Catania, sia come giornalista scientifico specializzato in materia di Ecologia e tutela ambientale collaboratore del quotidiano La Sicilia di Catania, per segnalare l’ennesima capitozzatura ai danni degli alberi di Ficus microcarpa, Schinus molle e Jacaranda sp. all’interno dell’ospedale Cannizzaro di Catania, che fa il paio con la barbara mutilazione di 35 alberi delle stesse specie, avvenuta qualche settimana fa, presenti negli spazi interni del Policlinico universitario di via Santa Sofia.

Entrambi gli interventi sono stati eseguiti violando sia delle norme del “Regolamento del Verde pubblico e privato della città di Catania”, sia quelle dettate dal Decreto Ministeriale 04/04/2020 del Ministero dell’Ambiente, come dettagliatamente citate nell’articolo a firma di chi scrive pubblicato sul quotidiano La Sicilia di oggi, lunedì 1 marzo 2021.

Alla luce di quanto prima scritto, si chiede l’immediato intervento della Polizia ambientale del Comune di Catania al fine di far cessare immediatamente le operazioni di capitozzatura che stanno privando gli alberi delle loro chiome presenti nell’area esterna dell’ospedale Cannizzaro e di esigere il rispetto delle norme vigenti in materia di tutela del Verde pubblico e privato cittadino infliggendo ai trasgressori le sanzioni previste dal Regolamento sul Verde pubblico e privato.

Per facilitarne la lettura, si trascrive qui di seguito il testo integrale dell’articolo:

Da qualche giorno, all’interno dell’ospedale Cannizzaro, lo scenario è spettrale. Là dove vi erano alberi con folte chiome, nelle aiuole, nei parcheggi, nei viali, ora si vedono scheletrici pali, alcuni con le branche principali ridotte a moncherini che sembrano invocare pietà al cielo, altri sono vere e proprie pertiche. È, questa, la seconda mattanza del verde pubblico all’interno di una struttura sanitaria che fa il paio con quella consumata le scorse settimane all’interno del Policlinico universitario di via Santa Sofia. Pure al Cannizzaro, infatti, nessun albero è scampato alle cesoie degli operai, i quali in maniera indiscriminata hanno orribilmente mutilato decine e decine di alberi di varie specie, privando così gli spazi interni dell’ospedale di un autentico polmone verde con spreco di denaro pubblico, perché capitozzando si spende di più e si fa danno alle piante. Per non dire delle negative ripercussioni psicologiche sui pazienti ricoverati nei vari reparti del nosocomio, i quali per parecchi mesi si vedranno privati dei benefici del verde. Si chiama “Ecotherapy o green care” l’insieme delle buone pratiche che favoriscono la guarigione dei degenti grazie alla presenza del verde nei luoghi di cura. Sono molti i benefici della presenza del verde negli ospedali. Anzitutto perché gli alberi, le siepi e i prati riducono notevolmente la presenza di polveri, batteri e muffe, responsabili di allergie. Poi aumentano il livello di ossigenazione dell’aria nelle stanze; rimuovono quantità di anidride carbonica e particelle inquinanti, pericolose sostanze presenti nell’aria, quali il letale monossido di carbonio, la formaldeide e il benzene, cause di mal di testa, mal di gola, sonnolenza, vertigini e irritazione della pelle e degli occhi. E, ancora, fanno migliorare sensibilmente l’umore, la fatica mentale e la scarsa capacità di concentrazione dei degenti. Ci si chiede, perciò, se è normale che le direzioni aziendali di due grandi strutture ospedaliere, quali sono il Policlinico e il Cannizzaro, queste cose debbano apprenderle leggendo un quotidiano. Si potrebbe obiettare che tra alcuni mesi gli alberi torneranno frondosi come prima. È vero, ma fino a un certo punto, perché con l’arrivo della bella stagione, le gemme prima inibite dalla chioma esploderanno in maniera disordinata e ne riformeranno una più bassa, informe, con rami sottilissimi, facili a spezzarsi la prima volta che il vento soffierà più forte del solito. Ma i danni maggiori si vedranno nel tempo, perché attraverso le lacerazioni dei tessuti sulle superfici di taglio se non trattate con sostanze cicatrizzanti, all’interno della pianta vi penetrerà l’acqua piovana e con essa spore fungine e batteriche che la faranno marcire lentamente causando un progressivo processo di carie, quindi a rischio di schianto al suolo.

La protesta dei cittadini e delle associazioni ambientaliste non si è fatta attendere. La Lipu e Legambiente hanno già presentato esposti sia alla Polizia ambientale sia alla Procura della Repubblica, perché le scriteriate capitozzature violano il vigente Regolamento del Verde pubblico e privato della città di Catania, più precisamente il punto D dell’art. 3 (salvaguardia degli spazi verdi all’interno degli ospedali) e l’art. 18, che vieta tassativamente la pratica della capitozzatura “ovvero i tagli che interrompono la crescita apicale del fusto e quelli pratica su branche aventi diametro superiore a 25 cm o che comportano una drastica riduzione della chioma maggiore del 70%”. Altra infrazione contestata riguarda il D.M. 4-4-2020 del Ministero dell’Ambiente sui “Criteri ambientali minimi sul Verde” che vieta “la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione. Gli interventi di potatura devono essere svolti unicamente da personale competente in periodo che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all’avifauna nidificante ed effettuati solo nei casi strettamente necessari”. Infine, la capitozzatura e le potature drastiche sono definite una pratica inaccettabile e una forma di negligenza gestionale dalle Linee Guida del Ministero dell’Ambiente.

La Direzione ospedaliera del Cannizzaro era a conoscenza dell’esistenza di tali normative vigenti in materia di verde pubblico e privato? Prima di procedere alle capitozzature, è stato affidato a un agronomo di provata competenza professionale l’incarico di redigere una relazione tecnica sulle potature da sottoporre all’approvazione dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Catania?

GIUSEPPE SPERLINGA

 

 

Prof. Giuseppe Sperlinga

Presidente associazione Stelle e Ambiente (www.stelleambiente.it)

Giornalista pubblicista scientifico collaboratore del quotidiano “La Sicilia” di Catania (Tessera Ordine Nazionale dei Giornalisti n. 61948)

Già Direttore delle Riserve Naturali Integrali “Grotta Monello” (Siracusa) e “Grotta Palombara” (Melilli) dell’Università di Catania

giuseppe.sperlinga@libero.it –  giuseppesperlinga@pecgiornalisti.it

Cell. 3288172095 – 3402161035 (WhatsApp)

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