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ORRIBILE CAPITOZZATURA DELLA SIEPE DI BOUGANVILLE DEL PARCO GIOENI

LE MOTOSEGHE DECAPITANO 450 METRI DI SIEPE DI BOUGANVILLE DEL PARCO GIOENI

Ennesima orribile capitozzatura ai danni del verde pubblico cittadino. Stavolta le motoseghe degli operai della Catania Multiservizi hanno tranciato ben 450 metri della siepe di Bouganville della recinzione metallica del confine sud-occidentale del parco Gioeni, riducendo a moncherini alti un paio di decimetri dal suolo i tantissimi arbusti rigogliosi quanto disordinati, in passato mai potati correttamente, sempre rozzamente decapitati. Ancora una volta, dunque, è stato eseguito un lavoro scriteriato, fuorilegge perché ha violato il Decreto del 04/04/2020 del Ministero dell’Ambiente; fuori tempo perché siamo ormai in primavera e presto torneranno sia gli uccelli alla ricerca di un luogo sicuro per nidificare sia gli insetti impollinatori. Cosa succederà nei prossimi mesi? Accadrà che le gemme esploderanno in maniera caotica riformando una siepe dalla forma irregolare che richiederà tempo e, soprattutto, la mano di un esperto potatore per farle assumere una forma regolare. Tradotto in dobloni, significa che il Comune continua a spendere soldi inutilmente per la barbara capitozzatura della siepe e poi ne dovrà spendere altri per curarne la crescita e la forma. Tutto ciò si sarebbe potuto evitare se nell’organico della Multiservizi vi fossero giardinieri specializzati che sanno distinguere la potatura dalla capitozzatura, se si fossero limitati a eliminare i rami secchi, a tagliare i rami più deboli, quelli irregolari e sporgenti all’interno e all’esterno del parco, a ridurre la lunghezza dei rami e, infine, a sfoltire la siepe senza snaturarne il portamento naturale. Se ogni anno si procedesse regolarmente alla potatura, si eviterebbero interventi troppo drastici, che peraltro non sono necessari, come quelli che hanno comportato la distruzione delle chiome dei vari arbusti.

Mentre sui social montano le proteste di cittadini e associazioni ambientaliste, per saperne di più su questa insensata operazione abbiamo chiesto all’architetto Marina Galeazzi, dirigente del Servizio tutela e gestione del Verde pubblico del Comune di Catania se era proprio necessario tagliare in quel modo la siepe di Bouganville della recinzione ovest del Parco Gioeni. Perché non limitarsi a potare i rami secchi e quelli sporgenti sia sul vialetto interno del parco, sia quelli sulla strada? Lei lo sa, vero, che tra pochi giorni gli uccelli avrebbero nidificato in quella siepe?

  • “La potatura era in programma – ha risposto l’architetto Galeazzi -. Non ho ancora visto il lavoro eseguito dalla Multiservizi.”

Architetto Galeazzi, in attesa che lei vada a vedere, guardi le foto e dica se si è trattato di potatura. Lei autorizzerebbe il suo giardiniere a tagliare in quel modo rozzo la siepe del giardino di casa sua?

  • “Doveva essere una potatura di contenimento. Prenderemo opportuni provvedimenti”.

Il Comune si automulterà, visto cha la Multiservizi è una società partecipata comunale? Oppure saranno i responsabili della Multiservizi a pagarne le conseguenze pecuniarie? Quale che sia l’intervento che sarà preso, è certo che i lavori della Multiservizi, che non è nuova a “prodezze” simili (le siepi di Oleandro decapitate di strade e rotatorie nel recente passato docet), sono controllati sempre “dopo”, quando il danno è stato fatto, mai “durante”. Pure questa volta, i danni ambientale, estetico ed erariale sono gravissimi, qualcuno dovrà risponderne non soltanto con sanzioni amministrative, ma pure con denunce sia per danno erariale alla Corte dei Conti sia per danno ambientale alla Procura della Repubblica.

Dopo la strage delle Bouganville, adesso agli operai della Multiservizi è stato ordinato di tagliare la vegetazione spontanea in piena fioritura primaverile che conferisce al parco una straordinaria policromia. Sono, questi, interventi inopportuni e dannosi. Inopportuni perché il Parco Gioeni non è un giardino curato (si fa per dire…) come la Villa Bellini, ma è un parco che è stato lasciato in condizioni di naturalità dove la vegetazione spontanea si taglia quando è secca per prevenire gli incendi. Dannosi perché il taglio delle piante selvatiche, quelle che tutti conoscono col termine dispregiativo di “erbacce”, sono di vitale importanza per gli insetti impollinatori.

GIUSEPPE SPERLINGA

 

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